Gds: “Cuori rosanero. Arcoleo «Le finali di Coppa sono ferite ancora aperte, coi picciotti grande alchimia»”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Ignazio Arcoleo, ex allenatore del Palermo:

«Finali di Coppa Italia? Due ferite ancora aperte, sono stati i momenti più tristi della mia carriera di calciatore del Palermo. Troja? Tanino era un centravanti fortissimo. Il più forte palermitano che ha mai giocato nel Palermo. La sua elevazione era straordinaria, di testa le prendeva tutte. Nel calcio di oggi sarebbe un top player. Il calcio mi ha dato tutto, giocare con la maglia rosanero mi ha riempito d’orgoglio ma per un palermitano è difficile giocare nel Palermo, devi sapere sopportare e sapere reagire. Prima della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus nel 1974 giocammo male in campionato. Pensavamo già alla sfida di Coppa. Dalla tribuna un tifoso si levò la sua scarpa nera e me la lanciò, con un insulto pesante. Scansai la scarpa, lo vidi, mi accorsi che accanto a lui c’era mio suocero, che la sera mi rimproverò dicendomi – in pratica – che non potevo giocare male, perché avevo messo tutti in difficoltà. Ma quella scarpa mi insegnò qualcosa, la gara successiva in Coppa con la Juve giocammo tutti benissimo e io fui tra i migliori. Cercai quel tifoso con lo sguardo in tribuna ma non lo vidi».

«Io allenatore del Palermo? Per me fu un grande orgoglio, perché il Palermo non mi aveva ancora tenuto in considerazione come tecnico. Portai subito le mie idee e i giocatori palermitani che avevo avuto a Trapani come Vasari e Galeoto. La coesione del gruppo fu fondamentale, i più esperti come Berti e Iachini si integrarono immediatamente. Dicevo che volevo un calcio fatto di amore e sacrificio. Il messaggio fu recepito, partite come la vittoria sul Parma o contro il Vicenza non le dimenticherò mai. I giornali parlavano di “Atletico Palermo”. Giocavamo un bel calcio col 4-3-3, con Vasari sull’esterno. Ogni settimana tutta la squadra andava una volta a cena insieme, si era creata una straordinaria alchimia e per tutto il girone di andata stazionammo nelle prime posizioni. Io a gennaio ebbi un approccio col Napoli, ma decisi di restare a Palermo. Retrocessione dell’anno dopo?  Forse un po’ tutti ci montammo la testa…».

«I palermitani del Palermo di oggi? Li conosco poco, Crivello ha fatto una bella carriera. Ho visto la partita contro il Catanzaro e il Palermo non meritava assolutamente di perdere. Non so come finirà quest’anno, auguro a Mirri e alla squadra di fare un exploit nei play-off».