Gazzetta dello Sport: “Superlega flop. Arrivano altri no”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul flop della Superlega.

Il viaggio in Italia di Bernd Reichart, Ceo di “A22 Sports Management”, la società che si occupa dell’organizzazione della Superlega, non sta ottenendo i risultati sperati. Perché la chiusura della Serie A è stata netta e perché i dialoghi avuti con i club incontrati (mercoledì sera il manager tedesco era al Maradona seduto accanto a De Laurentiis) non porteranno le nostre grandi a schierarsi contro la Uefa per entrare in una competizione fortemente osteggiata dalle leghe europee e dalle federazioni. Non basterà la promessa di maggiori guadagni per arrivare alla scissione.

La A, che ha votato per restare a 20 squadre come la Premier e la Liga, vuole che il valore del torneo resti alto, che le competizioni europee siano organizzate da un ente terzo (non da un gruppo limitato di società fondatrici…) e soprattutto che siano la vittoria o il piazzamento nei campionati nazionali a determinare la partecipazione alla Champions, all’Europa League o alla Conference League.  Nel modello di A22, annunciato a dicembre e non variato, chi vince lo scudetto (e non è tra i fondatori) parte dalla più bassa delle tre divisioni, la “Blue League”. Ufficialmente per favorire una crescita graduale. La Serie A giudica questo format semi-chiuso e perciò anacronistico. Per di più tra i principi cardine della Superlega c’è la volontà di trasmettere gratuitamente tutte le partite in tv, un modello che non trova riscontri di fattibilità nell’industria audiovisiva e che rischierebbe di minare la principale fonte di introiti delle leghe.

Montagne da scalare Ecco perché per il momento i consensi raccolti da Reichart non sono molti. L’unica strada sarebbe quella del dialogo con l’Uefa, ma a Nyon non vedono di buon occhio neppure le riunioni che attualmente leghe e club stanno avendo con A22. Lunedì nell’assemblea in via Rosellini l’a.d. Luigi De Siervo relazionerà i club sull’esito del suo incontro con Reichart, ma il comunicato diffuso mercoledì è già molto chiaro: la Serie A è contro la nuova Superlega. Anzi, è contro la Superlega dal 2019 e non ha cambiato idea. La posizione è condivisa praticamente da tutti e, dalla levata di scudi dell’aprile 2021 contro Juventus, Inter e Milan, le cose non sono cambiate. Anzi, nel dicembre scorso l’Inter ha messo per iscritto il suo sostegno all’Eca, acerrima nemica della nuova “creatura” di A22, e pure la Roma ha detto no al progetto. In più c’è stata la presa di posizione del numero uno della della Figc, Gabriele Gravina: «Esiste una norma federale per la quale chi aderisce alla Superlega, esce dal sistema federale». Tradotto, non partecipa alla Serie A. Con queste condizioni di partenza, in Italia le chance che la nuova competizione trovi “seguaci” sono ridotte al lumicino.