Gazzetta dello Sport: “Super Dybala. Per i giornali spagnoli il Barça è pronto a tutto pur di portarlo in Catalogna”
“La sera in cui Leo Messi, una stella rimasta ancora per poco a guardare i compagni, ha vinto la sua prima Champions League, Paulo Dybala aveva dodici anni, era a casa sua a Laguna Larga e probabilmente visto la differenza di fuso orario con l’Europa aveva appena finito di giocare a pallone in qualche campetto con gli altri delle giovanili dell’Instituto, club al quale suo padre lo aveva provvisoriamente destinato per non farlo allontanare dalla famiglia. Quando ha vinto la quarta, era in tribuna con i dirigenti della Juve, che se l’erano portato a Berlino tanto per farlo abituare all’aria elettrica della Champions League. Ora Messi è ancora il padrone del Barcellona, ma ha perso la prima sfida con quello che molti in Argentina considerano il suo erede e che con i due gol ai blaugrana si è preso una bella fetta di popolarità aggiuntiva. Aveva segnato un solo gol in Champions nella stagione passata, Dybala, e in questa un gol alla Dinamo Zagabria e uno risolutivo al Porto. Ha scelto la serata migliore per far suonare le sirene della Catalogna, che da mesi parlano di offerte faraoniche alla Juve per ingaggiare l’erede più logico di Leo. Che non ha ancora rinnovato il suo contratto con il club, così come non ha rinnovato Dybala. Le similitudini finiscono qui, e forse finiscono pure le possibilità di vedere uno dei due con una maglia diversa. Dybala adora Messi, aveva il suo poster in camera, andava a vederlo giocare nel Clasico quando era ancora un giocatore del Palermo. Ma è più probabile, a breve termine, che i due si ritrovino semplicemente in nazionale. Il matrimonio fra la Juve e Paulo dovrebbe continuare, nonostante i piccoli intoppi sui diritti di immagine che ancora tengono in sospeso la firma. AL TOP Ma molto era sospeso nella Juve fino alla partita con il Barcellona e molto resterà sospeso ancora visto che c’è un secondo difficile tempo da giocare. Quello che non può più essere sospeso è il giudizio su Dybala, che di fronte all’uomo dei milioni di ingaggio, milioni di ammiratori e milioni di record si è regalato una serata da top player anche in Europa. Forse era nel destino, in quel viaggio fatto per incontrare la Juve a Berlino, nel ritorno in aereo con i senatori feriti dalla sconfitta ma decisi ad asciugare in fretta le lacrime. «Sei pronto a vincere con noi l’anno prossimo?», gli ha chiesto Marchisio. Il momento in Europa non è ancora arrivato: serviva tempo per maturare, forse il tempo è arrivato ora, con le voci di mercato che corrono, i giornali spagnoli che lo danno in fuga dalla Juve e tutto il bagaglio che fa parte di un giocatore diventato grande anche se la faccia resta quella del ragazzino con gli occhi sgranati davanti alla tv a studiare Messi. Messi era allo Stadium da avversario e Dybala ha tirato fuori la determinazione dell’adulto. «Siamo perfetti, abbiamo giocato una grandissima partita e sfruttato le occasioni che abbiamo avuto. Il risultato è positivo per il ritorno, anche perché non abbiamo subito gol, ma dobbiamo stare attenti perché sappiamo com’è il Barça nel suo stadio». TAPPE Non che la Juve a casa propria sia peggio, e il merito è anche di Dybala. Certe serate sono tappe nell’educazione sentimentale del pallone, sono ritratti dell’artista da giovane che si vanno componendo in fretta: poche pennellate, un tiro dalla curva dolce, un altro deciso e dritto come la determinazione di Paulo a vincere anche in Europa e prendersi tutto subito. «Da bambino sognavo momenti come questi. Stiamo facendo bene e un risultato del genere ci dà la carica giusta per raggiungere i nostri obiettivi». Prossima fermata, Camp Nou, con Messi e tutta Barcellona pronti a spingere ancora di più per farlo scendere dal treno. Dybala dovrà usare piedi di velluto, ma anche testa e magari gomiti”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.
