Gazzetta dello Sport: “Serie B, otto settimane per una corona”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sui bomber della serie B.

Otto giornate per marcare la stagione. I bomber della Serie B sono pronti, ognuno a suo modo, per dare alle loro squadre ciò che conta di più — i gol — nel momento più importante dell’anno. Gli obiettivi possono essere diversi, i gol tanti o pochi, quel che conta è che siano decisivi. Prendete il Cagliari della scorsa stagione: schierò il capocannoniere del campionato, Gianluca Lapadula, 21 reti nella fase regolare più quattro ai playoff, ma visse due notti decisive grazie a punte che fino a quel momento avevano segnato poco o nulla come Zito Luvumbo, con la doppietta che portò al 3-2 nella semifinale d’andata col Parma, e Leonardo Pavoletti, che firmò il gol promozione — ed era entrato da un solo minuto — allo scadere della gara di ritorno della finale col Bari, zittendo i cinquantamila del San Nicola.

Bomber di razza Bomber, ma all’occorrenza sponda per la costruzione dal basso, o boa per far salire i compagni. Pohjanpalo non è il solo uomo-squadra tra i grandi marcatori di B. «Anche Iemmello (11 gol finora, ndr) del Catanzaro lavora tanto per gli altri — aggiunge Cacia, che come quest’ultimo è nato nella città calabrese —. È fondamentale per il gioco della squadra». Altri attaccanti risaltano di più per caratteristiche specifiche del ruolo. Come Brunori del Palermo o come Massimo Coda, 14 reti finora per la Cremonese. «Coda è Coda, uno di quegli attaccanti che sanno fare gol anche se non stanno bene — continua Cacia. – Puoi sempre fare affidamento su di lui. Poi qualche annata la si può sbagliare, l’anno scorso con il Genoa non ha fatto bene come nelle stagioni precedenti (fu capocannoniere per due anni di fila col Lecce, ndr), ma questo è umano».

E poi ci sono i fenomeni come Patrick Cutrone (11 reti), giocatori di una diversa categoria che dispensano perle in Serie B. «Per il Como è fondamentale, se sta bene dal punto di vista fisico e psicologico fa la differenza — spiega Cacia —. Non lo scopriamo adesso. Prendete il gol del 2-1 al Venezia, istinto allo stato puro. Nei 3-4 secondi che precedono il cross un attaccante controlla la linea dei difensori, sta attento a non andare in fuorigioco, ma quando la palla è partita conta solo quello che hai dentro».