“Parma: sentenza già scritta sul WhatsApp di Calaiò.”

“Dolo, leggerezza o scherzo. Cosa avranno visto i giudici del Tribunale federale nazionale nei messaggi whatsapp che Emanuele Calaiò inviò ai colleghi dello Spezia, a tre giorni dalla sfida che avrebbe promosso il Parma in Serie A? Quell’«ehi pippein non fare il cazzein» nascondeva effettivamente un invito a non impegnarsi troppo, era la raccomandazione a non ricevere troppe botte in campo o una battuta riuscita malissimo? La sentenza è stata scritta nei giorni scorsi e verrà pubblicata oggi. UNO O L’ALTRO Tra la prima e le altre opzioni c’è un abisso, quello che passatra gli articoli 7 e 1 bis del codice di giustizia sportiva: l’uno sanziona l’illecito (o il tentato illecito) sportivo, l’altro la slealtà. Il primo può prevedere anche – badate bene: anche – la retrocessione, il secondo solitamente comporta un’ammenda. Nel caso in cui i giudici optassero per la violazione dell’articolo 1, la sentenza a Calaiò e al Parma procurerebbe il fastidio di un buffetto. Se, invece, il tribunale dovesse condividere l’impianto accusatorio e ravvisare gli estremi del tentato illecito, per il giocatore e il club che in tre stagioni consecutive è risalito dalla D alla A, potrebbero essere guai. Potrebbero, ma non è così scontato. LA DOMANDA È la stessa per tutti, accusa, difesa e tribunale: si può retrocedere per un whatsapp? Sul punto perfino la Procura federale, che non ha dubbi sulla natura «illecita» dei whatsapp di Calaiò – per il quale chiede 4 anni di squalifica – e sulla conseguente responsabilità oggettiva del club, ha mostrato qualche crepa. In sede di dibattimento, infatti, il sostituto procuratore Gioacchino Tornatore, al termine della propria requisitoria, ha richiesto ai giudici una sanzione principale – due punti di penalizzazione da scontare nel campionato 2017-18, che retrocederebbero il Parma in B – e una seconda, «in subordine»: sei punti di penalità nella prossima Serie A. La richiesta «subordinata» è un inedito della giustizia sportiva e offre ai giudici un ampio margine di discrezionalità nello stabilire quanto la pena debba essere afflittiva. Al Parma, che in primo grado è stato difeso da Eduardo Chiacchio – il quale ha citato il recente precedente di Paganese e Poggibonsi, sanzionati solo con un- 1 per i tentati illeciti dei propri dirigenti – starebbe bene pure ricevere una sanzione nel prossimo campionato, che svuoterebbe di senso un eventuale ricorso in appello della Procura”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.