Gazzetta dello Sport: “Maurito, aria di contestazione. È tutta «colpa» del suo libro…”

“Tra pagina 62 e pagina 64 di «Sempre avanti, la mia storia segreta» (Sperling & Kupfer), Maurito Icardi rivive in maniera colorita lo scontro che ebbe nel febbraio 2015 con la Curva nerazzurra al termine di Sassuolo­-Inter. Una ricostruzione forte, cruda, che non sarebbe però andata giù alla Nord, pare per nulla d’accordo su come sono stati raccontati i fatti, sul contenuto in generale: c’è allora aria di contestazione questo pomeriggio al Meazza nei confronti dell’argentino ­ mentre in patria, derisi da Wanda, sostengono che la mafia avrebbe offerto a Maxi Lopez di menare Mauro ­, lo si capisce anche dal fermento registrato sul web.

FRASI «INCRIMINATE» Nel suo libro, Icardi racconta per esempio di aver «trovato il coraggio di affrontare la Curva a fine gara, insieme a Guarin». Prima però «mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo». E ancora: «Nello spogliatoio vengo acclamato come un idolo… I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e di morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio, e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per far capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce». Una settimana dopo, «un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse». Icardi rispose così. «Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao… Oggi fra me e i tifosi della Nord c’è rispetto reciproco, come è giusto che sia. Anche loro hanno un ruolo importante per il successo della squadra…»”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.