Gazzetta dello Sport: “Lazio, aria di Champions. De Zerbi è ai titoli di coda”

“Aspettando i cieli d’Europa, la Lazio vola già ad altezze impressionanti in Italia. L’aquila biancoceleste sorvola senza danni quel «Triangolo delle Bermude» di nome Palermo, che poteva risucchiarla in ragione del suo stato di necessità permanente, e artiglia i tre punti con il colpo risolutore di Milinkovic: la squadra di Inzaghi aggiorna i suoi record col 9° risultato utile di fila e può presentarsi in ghingheri al derby con la Roma. I motori in avaria sono quelli dei rosanero ultimi in classifica e in particolare di De Zerbi, inchiodato alla settima sconfitta di fila (peggior risultato di sempre dei siciliani in A) e ad un esonero virtualmente sancito: a meno di un clamoroso ripensamento dettato dalla carenza di risposte convinte, il presidente Zamparini (incassato il no di De Biasi) affiderà la panchina in giornata ad uno tra Corini e Ballardini, con cui avrà un confronto in Friuli.

AMAREZZA Al 9° k.o. della sua gestione, De Zerbi paga al Barbera il diverso atteggiamento dei suoi in allenamento e in partita. L’allenatore bresciano ci prova stavolta stropicciando il consueto modulo 4­ 3­3 alla luce di un ragionamento: la Lazio gioca con tre davanti e con Parolo e Milinkovic che s’infiltrano volentieri in area. Logico che l’allenatore rimoduli il Palermo con un barrierone in mezzo formato da 5 centrocampisti, due dei quali – Morganella e Aleesami – in fascia vanno a puntellare la difesa a tre. L’idea è sensata, ma i fragili equilibri di una squadra dal tasso tecnico non eccelso finiscono col passare dei minuti nella turbolenza e i tre tenori della Lazio la scuotono con forza alla prima occasione: la traversa colpita da Immobile al 20’ è il rumore di valanga.

AVANTI TUTTA E così il muro rosanero fatalmente viene giù: ci pensa Milinkovic, servito da Basta (a sua volta ispirato da Felipe Anderson) a infilzare Posavec con un tocco sotto porta, sfuggendo a Goldaniga e Gonzalez. E’ la svolta che indirizza il «lunch match» e rovescia la torta tattica a più strati di De Zerbi: nella ripresa i padroni di casa indietreggiano per attendere la Lazio nella speranza di una ripartenza bruciante, mentre gli ospiti col pallino in mano hanno l’imbarazzo della scelta su quale primattore lanciare ancora sul palcoscenico del gol. Proveranno a salirci Parolo, Anderson e Keita e Immobile (due volte), senza lasciare il segno.

SUPER BIGLIA Con la tuta sopra il frac, e soprattutto con Biglia alla cloche, la Lazio porterà alla fine all’incasso la sua qualità superiore, permettendosi pure il lusso di non chiudere la partita (soffrendo nel finale). E mentre i fischi e gli insulti a Zamparini accompagnano i titoli di coda, un messaggio forte rivolto al campionato e soprattutto alla Roma parte dal Barbera: l’aquila non è sazia. E non ha paura di volare”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.