Gazzetta dello Sport: “La serie B a quota 19. Fabbricini sfida ricorsi e diffide: ok alla lega B, no ai ripescaggi”

Il caos in serie B non si placa. Oggi verranno presentati i calendari della prossima stagione, ma ancora non si sa se il campionato che partirà sarà a 19 o 22 squadre. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Gazzetta dello Sport” sulla vicenda:

“Al prossimo campionato di B parteciperanno 19 squadre. La decisione è stata presa sostanzialmente dal commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini. In una storia piena di capriole e di colpi di scena, non si può escludere nulla, ma la decisione sembra ormai quella, in sintonia con le richieste di tutti i club della serie B, non a caso prontissima a presentare stasera a Milano i propri calendari, ovviamente a 19. Potenziali ricorsi, rischi di richieste di risarcimento, diffide (quelle della Lega Pro, che passa da 56 a 59 squadre, è stata già ufficializzata), accuse di aver violato le regole (l’Assocalciatori ha preso una posizione molto dura sulla vicenda) sotto il cavallo di Troia della sottile distinzione fra riduzione dell’organico e cambiamento del format, non hanno convinto Fabbricini a tenere la barra a 22 squadre, citate fino a dieci giorni fa come asticella invalicabile.

I MOTIVI Evidentemente l’unanimità del pronunciamento della B, l’evidente spinta di alcuni club di  serie A verso questa sorta di autoriforma in corsa, le rassicurazioni di alcuni pareri legali, sicuramente decisivo quello del sub commissario giuridico Angelo Clarizia, hanno ricompatto i vertici federali, In effetti, il grande scontro intorno a quota 19 potrebbe prefigurare la futura divisione elettorale: da una parte componenti e leghe «ribelli», che si alternano in testa al gruppetto come in certe fughe nel ciclismo; dall’altra l’inizio di un ricompattamento delle due leghe maggiori, chissà se intorno ad un candidato già definito, magari benedetto dal Coni.

RISCHI Per ora c’è solo la certezza del cambio di organico. È probabile che a spingere il commissario dalla parte della quota 19, ci sia stata pure un’altra nuvola minacciosa. Scegliere l’opzione a 22, con le ricorrenti dentro (Ternana, Pro Vercelli, Siena), temporaneamente ritornante le prime ripescabili con il pronunciamento del Collegio di garanzia che ha rinviato la decisione nel merito al 7 settembre, avrebbe esposto la Figc al rischio di causa di Novara e Catania. E naturalmente un eventuale allargamento a 24 o 25 avrebbe fatto piombare la vicenda dal surreale al ridicolo. Meglio scegliere. Anche se la delibera di Fabbricini rischia di scatenare un putiferio.

VERSO LA RIFROMA? La scelta andrà naturalmente motivata giuridicamente. E bisognerà capire se la quota 19 diventerà una trincea da cui non si vuol tornare indietro (ma a quel punto si tratterebbe di una riduzione del format vietata dalle Norme federali) o una stazione di passaggio in attesa della riforma dei campionati. In teoria le 19 dovrebbero tornare a 22 la prossima stagione proprio per confermare l’opzione di una  scelta «organizzativo-sportiva» (sull’altare della tesi che i ripescaggi sono una possibilità e non un obbligo/diritto) e non del cambiamento del format. Ma toccare il meccanismo promozioni-retrocessioni significherebbe scatenare un effetto domino seminando incertezze in campionati che sono praticamente ai blocchi di partenza. Una norma transitoria (a cura del commissario, titolare anche delle prerogative del consiglio federale) per tenere anche la prossima stagione a quota 9 potrebbe ugualmente essere considerata una decisione organizzativo-sportiva?

AL VOTO Certamente, questa estate pazza del calcio italiano regalerà altri colpi di scena. Preparando il terreno all’autunno caldo del ritorno al voto.  Fine ottobre? Novembre? La battaglia sulla data sembra aver perso di tono muscolare, oppure si stanno solo affilando le armi in vista degli appuntamenti di inizio settembre. Di sicuro, vista la non candidabilità di Abete, le componenti che sfideranno Fabbricini e Malagò ora hanno il problema di trovare un altro candidato serio e credibile. Ma sempre super partes?”