Gazzetta dello Sport: “Juventus, stipendi nel mirino della Figc: la sentenza può incidere già in questa Serie A”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso Juventus e sugli stipendi nel mirino della Figc.

Torna in scena la giustizia sportiva. Con la «manovra stipendi» che in un pomeriggio supera il caso plusvalenze nella classifica delle preoccupazioni per gli effetti sportivi dell’inchiesta «Prisma» di Torino dopo le dimissioni dell’intero cda del club bianconero. L’argomento non era mai stato inquadrato dai radar della procura federale guidata da Giuseppe Chinè. Era, appunto. Perché da ieri c’è un fascicolo, c’è un’inchiesta, c’è un nuovo fronte istruttorio visto che quello vecchio, sui presunti valori gonfiati dei calciatori scambiati con altre squadre, è tuttora in soffitta dopo la doppia assoluzione della giustizia Figc in primo e in secondo grado. Carte occultate È questo il confine più delicato dell’inchiesta. Secondo i pm, se gli accordi individuali di «riduzione stipendiale» del 2020 e del 2021 furono depositati in Lega come gli accordi di «integrazione stipendiale» per le stagioni successive, le «scritture private integrative», a garanzia del pagamento incondizionato delle integrazioni stipendiali, sono «documenti mai resi pubblici, occultati al di fuori della sede sociale e sequestrati 23 marzo 2022».

Uno o più punti In Figc c’è prudenza. Ieri Gravina non ha parlato, forse lo farà oggi nella sua giornata napoletana per il convegno «Calcio & Welfare». Ma in ogni caso la palla ora è alla procura federale (ed eventualmente alla Covisoc). Tutto si gioca sull’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva. In cui al comma 4 si prevede la «penalizzazione di uno o più punti in classifica» per la società che «mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, si avvale delle prestazioni di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizioni federali vigenti». Una pena comunque «afflittiva». Con «uno o più punti» in meno, il club dovrebbe dunque perdere qualcosa (esempio: la qualificazione in Champions). Se invece non perdesse niente, la penalizzazione sarebbe spostata nella stagione successiva.