Gazzetta dello Sport: “Finale Euro 2016: CR7-Pogba, l’Europa elegge il re”

Avrà arricciato il naso? Sbuffato come d’abitudine? Rilasciato qualche motto di spirito agli amici seduti con lui nel salotto di casa? Se Michel Platini ha letto i giornali in questi giorni, non gli saranno sfuggite le fantasmagoriche cifre che girano intorno a Paul Pogba. Secondo qualche giornale inglese il Manchester United sarebbe pronto a offrire 120 milioni alla Juve e uno stipendio da nababbo al centrocampista. Considerando che Platini anni fa aveva criticato il passaggio di Cristiano Ronaldo dallo United al Real Madrid per soli 94 milioni («alla sua età sarei costato di più, ma con me non sarebbe successo perché io rispettavo i contratti fino alla scadenza») è possibile che le ultime chiacchiere di mercato lo abbiano fatto sobbalzare. PARAGONI Platini, il grande assente di questo Europeo allargato, disegnato da lui e criticato da molti, è in realtà sempre presente. Presente per il primato di gol che Cristiano, ora appaiato a quota 9, vorrebbe soffiargli proprio a Parigi. Presente perché non può mancare quando si parla di Francia e di stelle francesi vecchie e nuove. Presente anche quando si discute di Pogba, juventino (per ora) come lui a caccia del primo titolo internazionale. A Michel, ingaggiato a 27 anni, bastarono due stagioni per vincere un trofeo europeo con la Juve, la Coppa delle Coppe. Paul è arrivato a Torino giovanissimo e in campo internazionale non ha ancora vinto niente. Di Platini, suo preferito, l’Avvocato Agnelli disse: «Lo abbiamo preso per un tozzo di pane e ci ha messo sopra il foiegras». Pogba è stato pagato anche meno del tozzo di pane di Platini, ma a nessuno verrebbe in mente di accostarlo al foiegras. Tempi diversi: l’Avvocato non c’è più e Pogba non è il tipo che può generare battute eleganti. Platini si faceva notare per lo spirito, Pogba per certi completi firmatissimi che probabilmente hanno fatto girare la testa a Michel quando se l’è trovato di fronte in tessuto damascato, un paio d’anni fa, alla cerimonia del Pallone d’oro. L’abito non fa il monaco, ma che Platini non straveda né per Pogba né per Ronaldo si è capito in diverse occasioni. PUNZECCHIATURE Eppure ora eccoli tutti e due in un certo senso a casa sua. Ronaldo sogna la rivincita del 2004: perse un Europeo a Lisbona contro la Grecia degli outsider e vuole rifarsi a parti invertite contro i padroni di casa della Francia. Vincere significherebbe arrivare dritto al Pallone d’oro, superare Platini, che come lui ne ha vinti tre, magari superarlo anche nel numero dei gol segnati all’Europeo. Una bella rivincita per chi con l’ex Re non ha mai avuto rapporti troppo cordiali. Da quel giorno del 2009, quando Platini commentò il suo passaggio al Madrid in maniera ironica, le punzecchiature non sono mancate. Nel 2014, per esempio, Platini disse che c’era chi meritava il Pallone d’oro più di Ronaldo, il Real si infuriò, il giocatore lo ignorò durante la cerimonia di premiazione del Mondiale per club. Alla fine vinse il trofeo FIFA France Football, ma Cristiano sembra il tipo che si lega al dito qualsiasi sgarbo. Diciamo che probabilmente nella lista degli indesiderati, accanto a Messi, c’è anche il nome di Platini. GIUDIZI Le Roi ne ha per tutti, non soltanto per Cristiano, e non ha dispensato troppe carezze a Pogba che pure sogna di seguire la sua strada. Dall’inizio dell’Europeo Paul è stato al centro delle critiche, e da questo punto di vista non ha nulla da invidiare a Ronaldo, sempre sull’ottovolante degli opinionisti che in Francia e non soltanto hanno stroncato lui e il suo Portogallo almeno quanto certe prestazioni del talento juventino. Disse una volta Platini: «Una grande star è un giocatore che segna molto. Non so se Pogba possa diventare come Messi o Ronaldo, che fanno cinquanta gol a stagione». Lo scetticismo intorno a Paul persiste dopo l’esplosione di Griezmann, ma lui è deciso ad agguantare finalmente qualcosa a livello internazionale, come i suoi idoli Platini e Zidane. Dice che non fa caso alle critiche e forse per concentrarsi non fa caso neppure alle chiacchiere di mercato ormai spesse come un bozzolo. Un bozzolo dal quale Pogba vuole uscire e un titolo europeo aiuterebbe molto. Ma dovrà vedersela con Ronaldo, il giocatore più glamour, l’unico che possa rubargli la scena con pettinature, smorfie, lacrime. Uno che ha otto anni più di lui, una cassaforte piena di trofei, un brand da multinazionale e un cruccio: non aver vinto niente con il Portogallo. Il campione che sembra dispotico e altezzoso, però protegge gli invasori di campo dagli steward e alla vigilia della partita più importante ha fatto invitare allo stadio la famiglia Borgonovo. Quello che ancora non ha soddisfatto la platea dell’Europeo, ma a Ronaldo interessa una cosa sola: che il Portogallo si tolga di dosso l’etichetta «Zero Tituli». E Pogba farà bene a non sottovalutare la sua voglia di regolare Platini, la Francia e i suoi detrattori in un colpo solo”. Questo quanto riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.