Gazzetta dello Sport: “Conte, che lezione a Mou. E alla fine sono scintille”

“Il Mourinho italiano è meglio dell’originale: il 4­0 del Chelsea al Manchester United illumina la carriera di Antonio Conte ed oscura l’allenatore portoghese nel giorno del primo ritorno da nemico allo Stamford Bridge, dopo l’esonero firmato da Abramovich nel dicembre 2015. E’ la lezione di calcio la vera umiliazione per lo Special One: le parole rivolte a caldo al collega al fischio finale, per criticare l’appello di Conte a sostenere la squadra negli ultimi minuti, appartengono alla frustrazione di chi accetta a fatica la sconfitta. «Quel gesto dovevi farlo sull’1­0, non sul 4­0. Così è un’umiliazione per noi». Il labiale in italiano, intercettato dalle telecamere, è chiarissimo. Mourinho, deriso dal suo vecchio popolo dopo la rete del 4­0, decide di non tornarci sopra nelle interviste post gara («Sono cose private che non intendo commentare in pubblico»), ma Conte, pur cercando di schivare la polemica, replica in tono deciso: «Ho sollecitato il pubblico ad applaudire perché stavano tutti zitti e si sentivano solo i tifosi dello United. I miei giocatori meritavano il tributo dei nostri fan. Io sono stato calciatore e so come comportarmi. Da parte mia, rispetto tutti, compreso lo United». CULTURA Mourinho dovrebbe guardare la luna e non il dito: la lezione di calcio ricevuta da Conte e la prestazione disastrosa della sua squadra, schiantata dai Blues. E’ il peggior k.o. del portoghese dallo 0­5 incassato con il Real contro il Barcellona nel novembre 2010 ed è il punto più basso della sua storia in Inghilterra. E’ anche la batosta più pesante rimediata dallo United, 5 anni dopo l’1­6 col City di Mancini. Gli allenatori italiani lasciano tracce profonde nella storia dei Red Devils: mai come stavolta dietro alla consistenza del risultato c’è l’impronta di una cultura. LEZIONE Conte ha surclassato Mourinho sotto tutti gli aspetti: tattica, gestione delle risorse, motivazioni. Il Chelsea ha mostrato un copione di gioco e non è un caso che il decollo dei Blues sia coinciso con il giorno dell’adozione del 3­5­2, modulo tanto caro a Conte. Lo United continua ad essere un’orchestra di improvvisatori, dove se manca l’acuto delle grandi star – Ibra e Pogba tanto per fare nomi –, ognuno recita a soggetto. L’unico alibi per Mou è la fatica accumulata in settimana con la partita di Europa League, ma gli errori madornali della difesa, a cominciare dallo statuario Smalling, vanno ben oltre la condizione fisica: sono figli di limiti tecnici e di mancanza di concentrazione. Non puoi dormire come è avvenuto alla retroguardia dello United dopo neanche un minuto: il sonno di Smalling sul lancio di Alonso e l’uscita scriteriata di De Gea hanno permesso a Pedro di firmare l’1­0 in scioltezza, consentendo ai Blues di impostare la gara sui canoni preferiti. CROLLO Mou ha assistito impassibile allo sfacelo della sua squadra, dove Pogba è tornato nel suo buio profondo, Fellaini ha compiuto un triplice passo indietro e, in generale, nessuno ha mostrato un’idea di gioco, tranne Herrera. Conte ha invece guidato la squadra senza un attimo di sosta e il 2­0 di Cahill ha permesso al Chelsea di acquistare maggiore sicurezza. Nella ripresa, lo United ha vissuto un buon quarto d’ora grazie all’inserimento di Mata, ma le ripartenze del Chelsea sono state devastanti. Il 3­0 di Hazard è stato un capolavoro, il 4­0 di Kanté ha premiato il migliore in campo. Una lezione di gioco: questa è stata la vera umiliazione.”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.