Fiorentina, Commisso: «Lo stadio è cosa di tutti. In America si utilizzano i soldi pubblici»

Il Presidente della Fiorentina Commisso, ha parlato, nel corso di una visita presso il  polo universitario di Scienze Sociali a Novoli, in generale della sua esperienza di imprenditore nel mondo calcistico ma si è soprattutto soffermato sulle diverse modalità che vengono utilizzate, in diversi campi, tra le istituzioni americane e quelle italiane soprattutto per ciò che concerne gli investimenti sulle infrastrutture.

Di seguito le parole del presidente della Fiorentina:

«Ho imparato che nella vita senza lavoro non si va da nessuna parte. Giocavo a calcio anche io ma non ero bravo come i giocatori della Fiorentina. Per essere un leader ci si deve mettere in gioco e agire direttamente. Nella mia azienda voglio onestà, gente di famiglia, che passa tempo con me ed esperti, sia alla Mediacom che alla Fiorentina. A me non piace affatto licenziare. Nel calcio può capitare di esonerare allenatori però, è un po’ diverso rispetto alle altre aziende. Il calcio è tra il mare e Marte, è difficoltoso da gestire. La Fiorentina non si lascia mai se siete tifosi. Ci sono giornali, radio, Uefa, Figc, non si smette mai di parlare di Fiorentina. Leggo più articoli sulla squadra viola che di Mediacom in un anno. Per tanti anni alla Mediacom i ricavi si sono alzati, il calcio è diverso. Qui ci devono essere i risultati, tra una-due settimane vediamo dove arriviamo, vogliono mandarmi via se non facciamo i risultati. Ci sono intrusioni di parti esterne all’interno della società, cose che non succedono alla Mediacom».

«In 25 anni di Mediacom non ho mai incontrato un sindaco, in Italia se non lo incontri non fai niente. La politica e la burocrazia comandano tutto. Abbiamo avuto problemi con la sovraintendenza per fare lo stadio, volevamo “tagliare” le curve e se me lo lasciavano fare con i miei soldi a questo punto Firenze avrebbe avuto quasi un nuovo stadio: peccato. La colpa se la prende la legge. È dai tempi dei Medici che non si sono stati spesi tutti questi soldi privati, con lo stadio potevo spendere 700/800 milioni, ma ho imparato che ora devo calmarmi. Lo stadio è una cosa pubblica, se la vedrà lo Stato. I soldi pubblici non si devono usare per gli stadi come dicono Renzi e Salvini? In America si fa sempre, oltre che per i poveri e per gli ospedali. Il calcio è un’industria importante per l’Italia. In Turchia, in Olanda e in Scozia e ovunque hanno stadi più belli e coperti rispetto a quelli di Firenze. Firenze è bella, ma i monumenti sono altro, non lo stadio. Perché non facciamo un impianto all’altezza della bellezza di Firenze? Nessun proprietario in Italia può dire di andare via in Svizzera se non lasciano fare lo stadio, in America invece succede ogni giorno. Nel giro di 40 anni si fanno due stadi, qui a Firenze uno solo in 90 anni. In America si danno aiuti per fare gli stadi, qui no. L’Italia ha più vecchi stadi in Europa, tralasciando per un attimo l’America».

«Oggi è differente dagli anni 80. Ai Cosmos sono passati tanti campioni come Beckenbauer, Pelé, Carlos Alberto. Al Chelsea sono stati spesi 500 milioni per i giocatori e sono undicesimi, almeno io non ho speso niente (scherza ndr). Più siamo e più divergiamo. La Premier league prende tanti soldi dagli americani rispetto a quanto prende la stessa MLS. Non sono ottimista su questo problema che riguarda il calcio italiano. È vero, stiamo andando bene nelle competizioni europee, mi auguro che sia un principio di inizio. Non so cosa ho sbagliato. Volevo mettere i soldi per rifare lo stadio, ma questo problema esiste anche a Milano, a Napoli e a Roma non si sa quando faranno lo stadio. Purtroppo non ho tutte le soluzioni. In Italia non ha una sua indipendenza a differenza dell’America, risponde al governo europeo, lí c’è più libertà di fare ciò che si vuole. Qui c’è troppa gente in mezzo. Per fortuna però in Italia ci sono tante bellissime cose che non ci sono in America. Ancora non mi avete via, mi auguro di rimanere un altro po’ di giorni qua».