Ex rosa Perugia, nodo Castagnini. Da Santopadre nessuna “buonuscita”

L’edizione odierna de “Il Corriere dell’Umbria” si sofferma sul Perugia e il nodo Renzo Castagnini.

Delineata la situazione sul fronte societario, con il presidente Santopadre uscito ufficialmente allo scoperto in settimana e ora in attesa di poter trattare la cessione del club di fronte a offerte concrete di imprenditori affidabili, è invece più intricata la matassa che riguarda la gestione sportiva in vista del prossimo campionato. La dirigenza biancorossa è già al lavoro, a livello amministrativo, per la ricapitalizzazione (dovrebbe arrivare entro il 10 giugno) necessaria per saldare le pendenze della stagione in corso e formalizzare quindi l’iscrizione alla Lega Pro 2023-24.

Per i piani agonistici invece c’è il nodo legato al direttore sportivo, ancora prima dell’allenatore, chiamato a rimettere insieme i cocci della retrocessione e assemblare un organico in grado di competere per i piani alti della classifica ma con budget limitato, almeno in assenza di fatti nuovi, rispetto al campionato vinto due anni fa.  Posto che il 30 giugno scade il contratto del tecnico Castori e l’addio è scontato, il diesse Castagnini è invece legato a Perugia per un altro anno. Martedì è andato in scena il primo vertice dopo la retrocessione fra il dirigente e il presidente biancorosso ma il risultato è uno stallo che allunga i tempi della ricostruzione. Perché a meno di un mese dalla partenza della nuova stagione ci sono incombenze da definire come la sede del ritiro.

 Castagnini era stato chiamato da Santopadre a novembre per raccogliere l’eredita di Giannitti e rimettere insieme un gruppo sfaldato dopo l’avvio di stagione deludente. La missione dell’ex Palermo era partita col piede giusto, salvo poi naufragare tra il mercato di gennaio e la primavera sul campo. Inutile spiegare come non sia stato un matrimonio felice. Ecco perché appare naturale che la volontà reciproca sia quella di separarsi. Ogni separazione anticipata è però costosa e qui nasce lo stallo. Santopadre non appare intenzionato a riconoscere “buonuscite” e se non dovesse arrivare il passo indietro del dirigente non è nemmeno da escludere che debba poi essere Castagnini a ricostruire la squadra.