Escl. Tiscione (intervista integrale): «Fondi la mia seconda casa, ma sogno la A in rosanero. Zamparini? Difficile eguagliarlo, la piazza palermitana merita però rispetto»

Palermitano di nascita, Filippo Tiscione in questi ultimi giorni sta facendo parlare di sé. Ai tifosi rosanero, infatti, non è passato inosservato il gol da lui siglato contro il Catania al “Massimino”, rete che ha di fatto negato la vittoria agli etnei. Per l’attaccante trentenne, con alle spalle esperienze con la maglia di Akragas e Siracusa tra le tante, si tratta della quarta marcatura stagionale su sei gare fin qui disputate, numeri che promettono un campionato da protagonista tra le fila dell’Unicusano Fondi. Per parlare del suo momento più che positivo e di tanto altro, la redazione di Ilovpalermocalcio ha contattato in esclusiva proprio Filippo Tiscione. Ecco cosa ci ha raccontato…

Filippo, innanzitutto non posso non chiederti che emozione hai provato, da palermitano, segnando mercoledì sera a Catania?

«È stata un’emozione che non avevo mai provato, davvero indescrivibile. Penso che difficilmente mi capiterà di riviverla. Segnare al Cibali, da palermitano, contro il Catania è il massimo. L’unico rammarico è quello di non aver portato a casa i tre punti, ma è stato comunque un pareggio d’oro».

Quali sono gli obiettivi stagionali dell’Unicusano Fondi?

«Veniamo dalla Serie D, la scorsa stagione abbiamo vinto Coppa Italia e play off. È una società molto seria, è la squadra della Ricerca Scientifica, quindi il calcio fa principalmente da sponsor. Il presidente vuole comunque andare avanti e arrivare in cinque anni nella massima serie. Non è facile conoscendo il calcio, ma l’Unicusano è una società seria e ci crede».

Dopo numerose esperienze in Serie D ed Eccellenza, quest’anno sei approdato per la prima volta in carriera tra i professionisti. È un sogno che si realizza?

«Il mio sogno non è giocare in Lega Pro, ma arrivare nella massima serie. So di avere 30 anni, ma lavoro sempre con il massimo impegno e con la massima serietà. Sognare non costa niente, chi lo sa. Magari continuando a fare bene quest’anno, la prossima stagione mi si apriranno palcoscenici più importanti».

Domanda probabilmente scontata, in quale squadra della massima serie sogni di giocare?

«Beh, dopo il gol segnato contro il Catania, non posso non affermare che la mia squadra del cuore sia proprio il Palermo. Chi lo sa, magari tra qualche anno si potrà fare. Naturalmente spero di non salire io e veder scendere i rosanero (ride, ndr). Il mio sogno è giocare nella squadra della mia città, questo significherebbe anche riavvicinarmi ai miei genitori che stando lontano vedo poco. Godermi la famiglia al 100% sarebbe il massimo».

Pensando a tutta la tua carriera, hai qualche rimpianto?

«Non ho proprio rimpianti, più che altro non si è mai presentata l’occasione adatta a me. Passando dalla D alla Lega Pro i contratti sono diversi e spesso le società si comportano come se ti stessero facendo un favore. Ho avuto tante richieste dalla Lega Pro ogni anno, ma sono rimasto al Fondi perché la società è seria e non ha fatto paragoni rispetto alla passata stagione in D. C’erano tutti i presupposti per rimanere, per loro sono un giocatore importante. Questa è la mia seconda casa, mi trovo benissimo con il patron Bandecchi e soprattutto con Stefano Ranucci. Quest’ultimo stravede per me, mi ha dato tanto umanamente. Crede in me sia come giocatore che come uomo, abbiamo un grandissimo legame, è una persona seria e nel calcio è difficile trovarne. Dopo l’esperienza di sei mesi al Partizan ho deciso di tornare in Italia per la mia famiglia, poi ho vinto diversi campionati di Serie D. Quest’anno, invece, voglio consacrarmi in Lega Pro e voglio dimostrarlo fino alla fine».

È vero che ti ispiri all’ex rosanero Fabrizio Miccoli?

«Più che altro io e Miccoli abbiamo caratteristiche simili, ma non mi permetterei mai di paragonarmi ad un giocatore del suo calibro. I miei idoli erano Baggio e Van Basten».

Cosa pensi del Palermo di De Zerbi?

«De Zerbi mi è sempre piaciuto. L’anno scorso ho visto giocatore il suo Foggia in Lega Pro ed ero curioso di incontrarlo quest’anno. Non lo conosco personalmente, ma so che è una persona umile. Ha fatto tanta gavetta e quando ho saputo che avrebbe allenato il Palermo mi ha fatto piacere. A Roberto piacciono i giocatori con le mie caratteristiche, il suo 4-3-3 punta molto sugli esterni. Adesso ha cambiato modulo perché due categorie di differenza fanno tanto, ma c’è da dire che ha trovato una squadra già fatta e se la sta giocando in serie A. Sta comunque facendo molto bene con quello che ha trovato, a parte contro il Napoli ma il divario era troppo e lui era arrivato da poco. Io credo che il Palermo con lui possa dire la sua. De Zerbi ha carattere e ha dei giovani interessanti. Spero che possa riuscirci, merita successo sia come allenatore che come uomo».

Zamparini vuole cedere la società. Da palermitano pensi sia veramente un bene?

«Se ci fosse un altro imprenditore come lui allora direi che è giusto cambiare. Anni fa ricordo che cercavamo un imprenditore come Zamparini e prima di lui le stagioni erano difficili. Ma se il patron rosanero devosse restare, dovrà farlo con gli stimoli giusti. La piazza palermitana merita rispetto e sano calcio, proprio quello che mancava quando io ero piccolo. A livello di calcio giovanile prima di Zamparini c’era poco, dopo il suo arrivo invece la Primavera ha vinto anche lo scudetto e sappiamo com’è difficile affermarsi per i giovani. Specialmente al Sud. Spero che il presidente possa rimanere con gli stimoli giusti e che continui a far crescere il Palermo, che deve essere un punto di riferimento nel calcio. Obiettivamente ad oggi è davvero difficile trovare qualcuno come Zamparini, specialmente italiano. Praticamente impossibile».

Da attaccante qual è il tuo giudizio sul reparto offensivo dei rosanero?

«Sono dei giovani interessanti, hanno avuto un impatto discreto con la serie A. Nestorovski mi sembra quello più pronto, sono giovani e per far bene hanno bisogno di fiducia. Il Palermo vista la vittoria di Bergamo può lavorare con più tranquillità. Palermo è una piazza calda e non tutti i giocatori lo sopportano. L’aiuto dei più esperti può essere utile per i giovani. Diamanti trascinatore? Dovrebbe esserlo di più, ma penso che con il passare del tempo verrà fuori. È un giocatore di fantasia, estro ed esperienza. Indossando anche la fascia deve essere il primo a spronarli e far capire che quella palermitana è sì una piazza calda, ma se si fa bene ci si diverte pure. Vedere lo stadio “Renzo Barbera” pieno è stupendo, non solo contro la Juventus ma anche contro Chievo e Sassuolo».

Che gara ti aspetti domenica tra Sampdoria e Palermo?

«A Genova mi aspetto una gara come quella contro l’Atalanta. Io credo che De Zerbi in un anno non possa esprimere le sue idee in tutto e per tutto, perché come ho già detto ha trovato una squadra già formata. Il Palermo visto a Bergamo ha rischiato poco e sfruttato il contropiede. Devono giocare un po’ da “provinciale” e non c’è nulla di male in questo. Quando non si hanno qualità importanti si deve sfruttare al meglio quello che si ha. La forza dei giocatori è quella e ci si deve puntare. Spero di vederli vincere, forza Palermo!».