Escl. Terminelli: «Vi spiego cosa è una Class Action e nostre prime mosse. Doveroso chiedere un risarcimento per il Palermo»

Nei giorni scorsi si è parlato abbastanza di un comitato di tifosi rosanero intenzionato a realizzare una Class Action per tutelare i diritti del Palermo Calcio dopo le ultime vicissitudini giudiziarie poco chiare. Il Palermo è stato infatti condannato in primo grado alla Serie C e la scelta della Lega di B è stata quella di far partire ugualmente i playoff senza aspettare il secondo grado di giudizio che ci sarà domani presso la Corte Federale D’Appello a Roma. La nostra redazione ha contatto uno degli avvocati che compone il team legale di questo comitato formatosi qualche giorno fa, Ninni Terminelli. Ecco le sue parole a proposito dell’iniziativa promossa in questi giorni, ma anche rispetto alle sensazioni in vista della sentenza di secondo grado attesa per domani.

In primo luogo, le chiedo di spiegare cosa è una “Class Action” e a chi è venuta l’idea di realizzare questa importante iniziativa.

«Questo Comitato è stato fondato dal consulente finanziario Alessio Cardinale. Ho aderito all’iniziativa per l’amore per il Palermo e per la giustizia. È nato un team di avvocati composto da Giovanni Di Trapani, Alessio Parmigiano e da me. Una Class action è un’azione legale condotta da uno o più soggetti che componenti di una categoria, chiedono che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto avvenga con effetti ultra partes per chi nel presente e nel futuro si riconosce in quella determinata categoria. Ritengo che sia doveroso provare a chiedere un risarcimento del danno nei confronti dei tifosi del Palermo per tutto ciò a cui stiamo assistendo».

Avete già ricevuto richieste per aderire all’iniziativa? E quali sono state le vostre prime mosse?

«Abbiano già ricevuto numerose richieste. Nei giorni scorsi è partito il primo atto stragiudiziale. Il verdetto è sembrato da subito già scritto. A prescindere dalle colpe di Zamparini e della società si sono usati due pesi e due misure e il direttivo della Lega di Serie B sui playoff e i play out ha agito in palese conflitto di interessi. I componenti coinvolti con le proprie squadre avrebbero dovuto avere la decenza di astenersi. È innegabile che in questo quadro il Palermo oggi venga colpito anche per la sua debolezza politica dentro il sistema calcio».

Le chiedo un parere da avvocato, cosa si aspetta dalla sentenza di secondo grado attesa per domani?

«Da avvocato mi aspetto una giustizia giusta. Se il Palermo ha sbagliato deve avere una pena commisurata all’entità dell’illecito amministrativo e non un’esecuzione contro la nostra squadra e la nostra città. Mi aspetto che Palermo e il Palermo non abbassino la testa, urlando il proprio diritto di chiedere giustizia! Il Chievo non può pagare con 3 punti di penalizzazione nel campionato successivo ed il Palermo essere retrocesso. È un’ingiustizia abnorme, di fronte alla quale tutti abbiamo il dovere di fare la nostra parte».

In chiusura, mi piacerebbe conoscere anche le sue sensazioni da “tifoso”, come sta vivendo il momento?

«Le mie sensazioni da tifoso sono di avere contro un muro di gomma, ma fino alla sentenza abbiamo il dovere di sperare. E non basteranno pacche sulla spalla, se non riceveremo giustizia. Questa è una battaglia collettiva e legale che si ha il dovere di proseguire, se l’esito non dovesse riconoscere i nostri diritti».