Escl. Tarantino: «Vi dico cosa ricordo del rigore parato al Palermo quando giocavo con la Turris»

L’ultima volta che Palermo e Turris si sfidarono in Sicilia fu il 16 novembre 1997 e la gara si concluse con il risultato di 0-0. L'”eroe” della giornata fu il palermitano Pietro Tarantino, che a tempo scaduto si mise in porta per sostituire il compagno Visconti appena espulso, anche perché la sua squadra aveva terminato i cambi a disposizione.

Tarantino, intervistato dalla nostra redazione, ha raccontato i suoi ricordi di quei momenti e non solo.

L’ultimo Palermo-Turris si concluse con il il risultato di 0-0 ed è tutto merito suo che parò un rigore al 94’ a Scarafoni. Cosa ricorda di quei momenti?

«Ricordo tutto. Ricordo l’espulsione di alcuni miei compagni, il momento in cui mi misi in porta contro la volontà di mister Geretto perché, comunque, si sa sono alto 1,68 cm, non sono questo grande uomo (ride, ndr). Geretto voleva mandare Pavan in porta e dissi di no perché ero io il capitano e comandavo io. Direi che è andata bene. Scarafoni dopo 5 anni si è fatto parare un rigore da un nano malefico (ride, ndr)».

Dopo la parata immaginiamo che tanti palermitani la presero un po’ di mira nel suo quartiere, ma lei si tolse grandi soddisfazioni.

«Dopo quella gara il mister mi diede un giorno libero in più e tornai a Torre del Greco il mercoledì. Lunedì andai a Piazza Kalsa dove sono cresciuto, ho preso tantissimi insulti. Per me è stata una bella emozione. Ho vissuto due settimane bellissime perché si parlava ovunque di questo rigore parato. È rimasto nella memoria questo accaduto È sempre una bellissima emozione, nessuno si sarebbe aspettato che un ragazzo di 1,68 parasse un rigore».

Il Palermo la scaricò da giovane. Quel rigore parato fu anche una rivincita?

«Certo, come quello che sta succedendo in questa stagione ai palermitani che hanno già fatto gol al Palermo. Purtroppo profeti in patria non ce ne sono e i palermitani vanno a fare le fortune delle altre squadre. Uno su tutti Sonny D’Angelo che ha fatto gol al “Barbera“».