Escl. Jeda (integrale): «Il Palermo detterà legge in B. Che entusiasmo nel 2004! I tifosi…»

Sabato pomeriggio il Palermo ospiterà al “Renzo Barbera” il Novara di Eugenio Corini. Una gara che vedrà la squadra dui Tedino in lotta per il vertice della classifica, contro una formazione rivitalizzata dall’ex capitano rosanero. Proprio del match abbiamo parlato con un’altra vecchia conoscenza di Palermo e Novara, ovvero Jedaias Capucho Neves, meglio conosciuto come Jeda. L’attaccante brasiliano, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Ilovepalermocalcio, ha parlato della squadra di Tedino, del Novara e della sua esperienza in Sicilia, durante la storica promozione in serie A. Ecco le sue parole:

Sabato si affrontano due tue ex squadre, Palermo e Novara, che partita ti aspetti?

«Aspetto ancora l’esplosione del Palermo. Aspetto che la squadra di Tedino detti legge nel campionato di serie B. Un campionato comunque difficile, in cui non è facile fare pronostici. Ma i rosanero, essendo in casa soprattutto, devono comandare il gioco. Cercando di sfruttare il fattore pubblico, anche se non si vede più il Barbera pieno come una volta. Mi aspetto una partita complicata. In B ho visto risultati strani, vincono le squadre che non ti aspetti. Quindi è una partita aperta a qualsiasi risultato».

Che idea ti sei fatto del Palermo di Tedino?

«Io penso che il Palermo deve ancora esprimersi al 100%. È una squadra con giocatori importanti. Secondo me in questo momento subisce un po’ la pressione di dover comandare il campionato. Ha gli uomini giusti per tornare in A. Anche se nel massimo campionato non tutti questi calciatori in rosa sarebbero all’altezza della categoria, in B possono fare molto bene».

Quest’anno la B ha tante squadre importanti per la categoria, secondo te il Palermo riuscirà a conquistare la promozione diretta?

«E’ sicuramente una delle squadre candidate. È vero che in B ce ne sono tante in grado di salire in A, ma il Palermo è sopra a tutte. Non posso pensare che i rosa non riescano a tornare nella massima serie».

C’è un giocatore del Palermo che ti ha sorpreso maggiormente?

«Credo che Nestorovski sia un giocatore che può dare qualcosa in più a questo Palermo. Ovviamente con una squadra che lo supporti. È un attaccante che mi piace, l’ho già visto all’opera in serie A, si muove molto bene. Ha un valore importante».

Cosa pensi invece del Novara quest’anno? Con Corini è in netta ripresa…

«Il Novara è una squadra particolare. È partito male, ma adesso si sta riprendendo. Cambiando qualche giocatore è normale che si fatichi. Poi con un allenatore nuovo bisogna adattarsi. È una squadra pericolosa, che gioca il suo calcio, ma anche un po’ strana. Può vincere, come può anche perdere. Ma soprattutto contro avversari importanti si esprime al meglio».

Nei tuoi pochi mesi a Palermo, hai preso parte alla storica promozione del 2004. Che ricordi hai di quella esperienza?

«Ho solo ricordi positivi di Palermo, avendo vissuto quella promozione straordinaria. E’ stata un’esperienza indimenticabile già dal mio arrivo in città, con tanti giornalisti in aeroporto. Poi in quel campionato si respirava un entusiasmo incredibile, ovunque andavi in città. E in quel clima non puoi che far bene. Poi ricordo particolarmente l’ultima gara in casa prima della promozione. Ricordo il presidente emozionato sotto la curva, uno stadio pienissimo sin dall’ora di pranzo. E questa cosa trasmetteva già un grande entusiasmo. Era uno spettacolo per gli occhi, soprattutto per noi che giocavamo. Quello stadio pieno ti dava una grandissima carica. Ed è questo quello che manca oggi al Palermo. Mi piacerebbe rivederlo».

Infatti negli ultimi anni il “Barbera” è sempre più desolatamente vuoto. A cosa pensi sia dovuto questo distacco del popolo rosanero?

«Palermo è una grandissima piazza e merita il meglio. Io credo che la gente si sia stufata. Si è stufata di aver visto andar via campioni importanti. Perché diciamocelo, con il tempo il livello tecnico della squadra si è abbassato. Poi può anche essere un dispetto nei confronti del presidente che stravolge spesso. Sono state una serie di cose che hanno contribuito ad allontanare i tifosi, che magari adesso protestano nei confronti della società. Ho vissuto una piazza totalmente innamorata della squadra, un popolo che allo stadio veste i panni del 12° uomo. Poi ovviamente le varie delusioni portano anche ad allontanarsi».