Escl. Bombardini: «Palermo-Acireale molto sentita. Ecco cosa ricordo dell’ultima sfida. Rosa costruiti per vincere. Il prossimo anno…»

Domenica torna Palermo-Acireale, gara molto sentita e che, quasi sicuramente, vedrà tanti tifosi sugli spalti del “Renzo Barbera“. La gara, valida per la 15^ giornata del campionato di Serie D, torna dopo ben 20 anni. L’ultima volta che le due squadre si sfidarono erano in Serie C1, la gara terminò con il risultato di 0-0 e ad assistere a quel match c’erano circa 7mila persona. In quell’Acireale giocava Davide Bombardini, che al termine della stagione, dopo la retrocessione in C2 degli acesi, si trasferì al Palermo. La nostra redazione ha intervistato proprio l’ex calciatore. Queste le sue dichiarazioni:

Domenica ci sarà Palermo-Acireale, una gara sentita da entrambe le tifoserie. Ti aspetti una grande cornice di pubblico al Barbera?

«E sì. È normale, rievoca delle vecchie sfide di tanti anni fa. Io ho giocato contro il Palermo contro la maglia dell’Acireale. Erano altri tempi, ma è pur sempre un derby molto sentito. Dopo i derby con Catania e Messina viene quello contro l’Acireale».

L’ultimo Palermo-Acireale si è giocato nel 1999. Tu eri in campo e avevi indosso la maglia degli acesi. Che ricordi hai di quella partita?

«Ricordo di aver fatto tanto bene in quella partita, tanto ché Morgia, l’anno dopo, mi volle al Palermo. Quella gara tutto l’Acireale fece bene, io giocavo in avanti con Scichilone e allo stadio c’era tanta gente. Non era la prima volta che affrontavo il Palermo, ci giocai anche quando indossavo la maglia dell’Atletico Catania, quella si concluse con la vittoria per 2-0 a favore del Palermo. Ricordo che noi andammo via dal campo e i calciatori del rosanero ci diedero delle pacche per rassicurarci visto che eravamo penultimi e ci dissero “Tranquilli che vi salvate”. Al termine del campionato (1997-98, ndr) noi arrivammo ai play-off, poi persi, per la Serie B e il Palermo fu retrocesso. Questo per dire che il calcio è molto strano».

Tu eri presente alla prima uscita al “Barbera” del Palermo, perché hai preso parte alla gara con le vecchie glorie. Quella sera hai visto da vicino il nuovo Palermo e i nuovi calciatori rosanero. Quello che ti ha impressionato più di tutti?

«Ci sono dei giovani interessanti poi, è chiaro, se giochi nel Palermo e devi vincere un motivo deve pur esserci. Sicuramente hai dei giocatori più bravi rispetto alle altre squadre perché, appunto, giochi nel Palermo. Ci saranno dei giocatori che, sicuramente, vincendo il campionato potrebbero giocare sia in Lega Pro che in Serie B e magari anche nella massima serie. Io credo che tanti calciatori, se mantengono le aspettative, possono tranquillamente arrivare anche in Serie B».

Le ultime due partite del Palermo sono state decise dal classe 2001 Felici. La giovane età lo aiuta perché gioca spensierato in campo, ma caricarlo di troppe responsabilità può essere un rischio?

«Bisogna vedere perché ti caricano di responsabilità. Se lo fanno vuol dire che sei un giocatore che può prendere la squadra per mano e portarla alla vittoria o perché hai qualcosa in più di tutti gli altri. Se le aspettative sono alte deve anche convivere con queste responsabilità e queste ansie, quindi alla fine non c’è bisogno di caricare troppo i calciatori perché il Palermo non ne avrà bisogno, cioè non hai il fiato sul collo e non devi caricare nessuno con troppe responsabilità. I giocatori in grado di farti vincere le partite, comunque, è giusto che si carichino di responsabilità più di tutti gli altri».

Il Palermo è primo in classifica e con una vittoria festeggerà il titolo di campione d’inverno. Credevi sarebbe potuto arrivare questo “titolo”?

«Le aspettative c’erano, però tante squadre partono per vincere e alla fine non ce la fanno. Il destino di questo Palermo è quello di vincere, se sei in Serie D, ma lo scorso anno eri in Serie B, hai un solo destino. Tutti si aspettavano questi risultati, ma fin quando non lo vedi non puoi crederci».

I rosanero hanno conquistato dieci vittorie consecutive. Una cosa non da poco…

«Sei costruito per vincere, ma dieci vittorie sono sempre da fare. Vincere non è mai facile anche se sei la squadra più attrezzata e hai tutte le carte per farlo. Fare dieci vittorie di fila è sempre dura, di questo va dato merito all’allenatore, ai giocatori e a chi ha costruito la squadra».

 

Il calciomercato dei dilettanti, quindi anche in Serie D, si è ufficialmente aperto. Se tu fossi al posto della dirigenza rosanero faresti qualche intervento pensando già al campionato di Serie C o lasceresti tutto così?

«Io farei qualche intervento. Si dovrebbero cercare dei rinforzi per dei punti deboli. Sarebbero dei rinforzi già in ottica futura, andresti a lavorare per la prossima stagione. Questo può essere anche un vantaggio, perché avere un margine così ti permette anche di lavorare oltre a quello che è il presente. Io sicuramente cercherei di migliorare ancora, sempre se possibile e senza spostare più di tanto gli equilibri. A mio avviso, non devi stravolgere, solo qualche rinforzo al punto giusto».

I rosanero puntano alla Serie C. Se la squadra dovesse raggiungere l’obiettivo, secondo te, ci sarà molto da cambiare?

«C’è uno zoccolo duro che, secondo me, deve rimanere. La differenza tra Serie D e Lega Pro non è grandissima. È chiaro che devi prendere giocatori di categoria, ma anche più forti perché stiamo parlando sempre del Palermo, ma non si dovrà stravolgere tutto. Ci sono squadre come il Venezia che è ripartito dalla Serie D, è arrivato in Serie B senza stravolgere tutto. Non si deve stravolgere, bisogna prendere dei tasselli giusti. Lì si vedrà la mano del mister, sarà lui a dire dove essere rinforzata la squadra».