Escl. Ag. Aurelio: «Peppe un ragazzo umile e ambizioso, Palermo la sua grande opportunità. Giocare in A con i rosa sarebbe un sogno per lui»

Arrivato in rosanero nel mercato di riparazione come un colpo in prospettiva, ma sin da subito è stata una rivelazione della formazione di Corini. Giuseppe Aurelio si è ritagliato il suo spazio nell’undici titolare, dove tra buone prestazioni e anche il primo gol al Barbera ha convinto tutti. Nel giorno del suo compleanno, la redazione di Ilovepalermocalcio.com, ha intervistato in esclusiva l’agente dell’ex Pontedera Mario De Rossi, il quale ci ha raccontato il terzino rosanero a 360°. Dalla trattativa che lo ha portato in Sicilia, al suo ambientamento, passando ai sogni di un giovane ragazzo che con tanta umiltà e determinazione punta sempre più in alto.

Ecco le parole del suo procuratore rilasciate ai nostri microfoni:

Dal suo arrivo a Palermo ha subito trovato spazio nella formazione titolare di Corini e anche il suo primo gol in maglia rosanero…vi aspettavate questa partenza?

«Onestamente no, è stata una sorpresa in positivo anche per me. Non perché non credessi in lui, sia chiaro, sono sempre stato sicuro che Peppe avrebbe sfruttato la prima occasione buona che gli sarebbe stata concessa, sfruttandola al meglio ma, oggettivamente, con Sala titolare inamovibile e l’arrivo di Masciangelo, si pensava fosse un investimento di lungo termine per il Palermo, essendo un investimento fino al 2027. Ad onor del vero c’era anche la possibilità che restasse sei mesi al Pontedera in prestito. Ma si è voluto accelerare il percorso di ambientamento. Credo davvero tanto in Peppe, perché secondo me ha delle potenzialità enormi, è un professionista esemplare»

E proprio con le sue potenzialità a suon di buone prestazioni ha convinto sin da subito i tifosi rosanero, ha pure segnato il suo primo gol, come si trova il ragazzo in questa nuova realtà?

«Di meglio non poteva andare. Ovviamente si sa, in realtà come Palermo è facile passare da essere un eroe all’essere un capro espiatorio, sono della provincia di Foggia (le due tifoserie sono gemellate, ndr), so bene come si vive il calcio in certi ambienti. Ma devo dire che Peppe si trova veramente benissimo in città. L’affetto dei palermitani per lui è carburante e adrenalina pura. Giocare e segnare in uno stadio storico come il Barbera, con questi tifosi, che sono realmente il dodicesimo uomo in campo, non ha prezzo»

Oggi il suo compleanno, festeggiato in ritiro a Girona con la squadra, come va il suo ambientamento in gruppo?

«Se dovessi dare un feedback al suo ambientamento su una scala 0 a 10, direi 10. Secondo me la forza della squadra rosanero è proprio il gruppo. Lo si è visto anche con Soleri che ha ceduto il rigore a Vido, magari in altre realtà queste cose non si vedono. Peppe ogni qualvolta che mi parla dei compagni mi parla di un gruppo unitissimo a prescindere del profondo rispetto che ha anche con chi potrebbe essere un concorrente nel suo ruolo (Sala e Masciangelo, ndr). Lui si è trovato sin da subito benissimo, con compagni, staff e dirigenza, non potrebbe essere più felice».

Il suo addio al Pontedera ha lasciato qualche strascico all’interno dell’ambiente toscano. Ci racconti com’è nata la trattativa “lampo” con il Palermo a gennaio…

«La trattativa in sé e per sé è stata lampo, ma le basi per un interesse e un potenziale trasferimento sono state buttate giù mesi prima con il direttore Rinaudo, una persona che conosco da molti anni e con cui ho avuto modo di completare altri trasferimenti, mi ero permesso di segnalargli il profilo di Peppe quasi ad inizio stagione. Dopodiché il trasferimento è stato improvviso, perché nessuno si aspettava avvenisse già il 30. C’eravamo sentiti settimane prima e i piani sembravano altri. Si pensava ad un’operazione in prospettiva, invece il trasferimento è stato immediato. Nel momento in cui hanno illustrato il progetto tecnico ci hanno subito convinto e poi una piazza come Palermo non si può rifiutare»

Il Palermo ha dimostrato grande fiducia in Aurelio stipulando un contratto fino al 2027, segno che il club vuole puntare su di lui anche per il futuro. Come ha accolto il ragazzo questa scelta della società?

«Con grande orgoglio e grande entusiasmo, seppur Peppe sia consapevole di avere un onere e una responsabilità enorme. Un punto forte del ragazzo è il lavoro che fa fuori dal campo. È molto ambizioso, molto umile, desideroso di migliorarsi. Sa di avere la fiducia della dirigenza e dello staff tecnico, è una grande opportunità per lui di migliorare e completarsi sempre di più come calciatore».

Nonostante la giovane età ha alle spalle esperienza in C, gol e anche molti assist. Ci parli un po’ della carriera di Giuseppe…

«Peppe nasce nelle giovanili del Sassuolo come ala nel tridente offensivo che oltre a lui vantava un giocatore del calibro di Raspadori. Dopodiché, grazie all’intuizione dell’attuale responsabile del settore giovanile neroverde Francesco Palmieri, si è spostato a terzino, anche se, secondo me, ad oggi il suo potenziale è espresso al meglio come quinto di centrocampo, essendo dotato, tra le altre cose, di grande facilità di corsa. Da lì la carriera è cambiata, è andato in C tra alti e bassi e qualche infortunio, poi ci sono stati questi sei mesi molto importanti al Pontedera dove ha messo a segno cinque gol e i sette assist e sarebbero potuti essere di più, dato che ha avuto anche un pizzico di sfortuna in alcune circostanza. Questa in breve è stata la carriera di Peppe che adesso ha trovato questa grande opportunità a Palermo, che si spera di poterla continuare a ottimizzare. Ci tengo a dire che la grande fortuna di Peppe è la famiglia, nello specifico il fratello Domenico e i genitori Lucia e Francesco che lo hanno sempre tenuto con i piedi per terra, insegnandogli umiltà e sacrificio. Purtroppo l’ambiente calcistico è pieno di famiglie che hanno letteralmente distrutto potenziali talenti, invece in questo caso è esattamente il contrario».

In serie A c’è stato solo di passaggio, con il Sassuolo che lo ha poi ceduto al Pontedera. Se il Palermo dovesse riuscire a centrare la promozione, reputa che il calciatore sia pronto per questo palcoscenico?

«Con tutto il rispetto per i calciatori di serie A e con la massima umiltà, per me Peppe, nel giusto ambiente, come quello di Palermo, potrebbe senza alcun problema giocare nella massima serie italiana. Ci scommetterei al 100% sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista della persona e della mentalità che ha il calciatore. E si tenga ben presente che i margini di miglioramento sono tanti. Avere, poi, questa possibilità con il Palermo e con una proprietà come il City Group sarebbe veramente un sogno che si avvera. Ma si sa i matrimoni vanno fatti in due. Io sono dell’idea che il calcio, come la vita, va vissuto giorno dopo giorno dando il meglio e cercando di migliorarsi con umiltà e grande equilibrio, con queste virtù sono sicuro che la vita ti riconosca i giusti meriti».

Per quanto riguarda il Palermo, la vittoria col Modena ha rilanciato gli obiettivi del club. Secondo lei i rosanero centreranno i playoff?

«Capisco il palato molto fine della tifoseria palermitana, ma vorrei ricordare che l’anno scorso con la promozione è stato fatto un miracolo, quindi quest’anno l’obiettivo primario era la salvezza. Poi è ovvio che l’appetito vien mangiando, però secondo me il Palermo ha tutte le carte in regole per puntare ai playoff. Sarà un grosso punto di svolta la partita contro il Parma perché poi il calendario, classifica e statistiche alla mano, è abbastanza accessibile quantomeno per centrare i playoff. Poi si sà, la classifica di B è talmente corta che tre vittorie ti portano ai playoff e tre sconfitte ti portano ai playout. Ma per me il Palermo ha assolutamente la struttura, l’organico, la mentalità e l’entusiasmo giusto per giocarsi gli spareggi».

Una volta raggiunti i playoff il Palermo potrà dire la sua per puntare alla serie A, secondo lei?

«Assolutamente si. Escludendo Frosinone e Genoa, l’unica squadra superiore al Palermo sulla carta è il Cagliari, ma il resto delle squadre sono alla portata dei rosanero. Poi nel calcio ci sono tantissime variabili».

In questi giorni Aurelio è in ritiro a Girona con il Palermo, ospiti del City Group. Quanto è importante per il futuro del calciatore far parte di una galassia come quella del City?

«Per me è un aspetto determinante per la crescita psicologica del calciatore. Ti fa alzare gli standard. Ti fa abituare ad alti livelli di professionalità, di rigore e disciplina. Sono aspetti fondamentali per un calciatore, soprattutto per capire le realtà. È come uscire dalla propria zona di confort e confrontarsi con il resto del mondo. Un’opportunità unica che non ha prezzo».