Dal Venezia di Zamparini ai successi con il Modica. Ago, 39 anni e non sentirli

L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista a Kolawole Agodirin, ex Venezia, oggi al Modica.

“Drin-Drin-Drin, ha segnato Agodirin”. È il coro che i tifosi hanno dedicato all’intramontabile attaccante nigeriano Kolawole Agodirin, 39 anni, che con la sua esperienza ha guidato il Modica in Eccellenza. Una cavalcata incredibile con 13 vittorie consecutive e una sola rete subita.

Per “Ago”, tutti lo chiamano così, era la prima volta in Promozione. E la prima volta in Sicilia. E ha lasciato il segno con 6 gol in campionato, 6 gol in Coppa Italia e ben 11 assist: «Praticamente ho girato tutta l’Italia – racconta – lo scorso anno volevo smettere, ma quando mi ha chiamato il direttore Pitino non ho potuto dire di no. E non ho neanche guardato la categoria. Perché a Modica, pur essendo in Promozione, c’è una società di serie A. Con i compagni e con il mister mi sono trovato alla grande e sono felicissimo di aver vinto il mio ottavo campionato in carriera. Mio papà, che si chiama Friday, era un calciatore. Giocava in porta e aveva vinto 7 campionati in Nigeria. Dovevo superarlo per forza. Anche mia mamma Kike era un’atleta».

“Ago”, nativo di Offa, è stato scoperto da Michele Dal Cin, lo stesso “talent-scout” che ha portato in Italia Sunday Oliseh, Oba-Oba Martins e Stephen Makinwa. L’esordio in serie B al Venezia di Maurizio Zamparini. Poi tanta serie C: Reggiana, Mantova, Latina, Andria, Olbia, Viterbese, Spal, Como, Foggia, Casertana, Catanzaro e Sambenedettese, per un totale di 79 gol in 348 partite. Infine la serie D, con Bisceglie, Nardò, Gravina e Casarano, e l’Eccellenza con Corato, Barletta, Trinitapoli e Castellaneta. E adesso la Promozione con il Modica: «Sono arrivato in Italia nel 2000, avevo 17 anni. Inizialmente il Venezia non mi ha potuto tesserare, in quanto extracomunitario, così mi allenavo solamente. Sono diventato grande amico di Sasà Soviero, di Paolo Poggi e di Alvaro Recoba, ma andavo d’accordo con tutti e mi volevano tutti bene. Anche con Enrico Fantini e Ruben Maldonado avevo un rapporto stupendo, e con Mancini, che a Venezia faceva panchina e poi fu protagonista con la Roma e con l’Inter. Se ho giocato 2 partite in serie B fu grazie ai miei compagni, che mi volevano così tanto bene da chiedere al mister il cambio per farmi entrare. Dicevano di stare male, ma non era vero», ricorda sorridendo.

Il presente di Agodirin è in Sicilia. A Modica. È a tutti gli effetti un cittadino italiano, è sposato, e ha 2 figli. E finché si divertirà e starà bene fisicamente, non intende appendere gli scarpini al chiodo: «Lo scorso anno volevo ritirarmi – conclude – ma poi ci ho ripensato. Adesso i miei compagni di squadra, il mister e i dirigenti mi stanno facendo venire una voglia matta di continuare. Mi sento bene. E i miei compagni mi fanno sentire vivo e giovane. Poi devo dire che vivo in un posto bellissimo. Sono arrivato in Sicilia dopo 9 ore di macchina e la mattina sono andato subito a Marina di Modica, perché mi piace svegliarmi presto e passeggiare in riva al mare, respirando a pieni polmoni, prima di una colazione salutare. Curo molto il fisico e l’alimentazione, mi alleno benissimo, e cerco di trasmettere la mia mentalità ai miei compagni di squadra. Un giorno, quando ero ragazzino, Poggi e Recoba mi dissero una cosa che ricordo ancora oggi e che ripeto sempre ai più giovani: non importa se giochi in Champions League, in Nazionale, in serie A, nei dilettanti, o per strada. L’unica cosa che conta è giocare con professionalità e con il cuore. Sempre».