Dal Pino: «Mai parlato di Superlega. Due punti dietro il rinvio sui fondi»

Si è svolta questo pomeriggio l’assemblea di Lega Serie A che avrebbe dovuto decidere sulla trattativa con i fondi e che invece ha deciso di rinviare la questione. Nella giornata di domani si terranno le trattative private per il bando sui diritti Tv, la prossima assemblea è programmata per lunedì 8 febbraio. In conferenza stampa, il presidente Paolo Dal Pino si è espresso così:

«Come primo punto avevamo la nomina del consigliere indipendente, dove Conti ha mancato di un punto il quorum, e Blandini ha raccolto 7 voti. Confermati Tardini e Calabretta come sindaci effettivi, mentre abbiamo nominato uno dei supplenti. Sul tema della distribuzione e del term sheet (l’ultimo documento pre-contrattuale, ndr) io ho fatto un invito dell’assemblea: invece di andare a votare la distribuzione e il term sheet, ho fatto un invito a riflettere sul futuro strategico della Serie A e di ragionare insieme. La nostra assemblea aveva deciso all’unanimità di percorrere il cammino della media company e ritenuto che la partnership con un fondo potesse garantire la stabilità, finanziaria e non solo finanziaria. Oggi c’era l’approvazione del term sheet, più importante della distribuzione, su cui c’è un sostanziale accordo di massima: ci sono due punti che non trovano accordo con la controparte e quindi abbiamo deciso di rinviare questo tema a giovedì prossimo, per negoziare coi fondi questi due punti aperti che vogliamo risolvere”.

Quali sono i due punti e come è andata l’assemblea odierna? Non c’è stato molto di particolare. C’è stato un ampio dibattito, civile. Sono tematiche giuridiche, non voglio entrare nel dettaglio di quali sono i due punti, lo trovo superfluo. Nulla di particolare, dire. La “clausola Superlega” è uno degli argomenti? No, non abbiamo mai parlato di clausola Superlega.

Sui criteri di distribuzione ha detto che c’è un accordo di massima. Può essere più preciso? No, non l’abbiamo discusso in assemblea. Vi ho dato un’informazione tecnica, è un tema discusso in varie sedute che è stato migliorato progressivamente. Siamo arrivati a un’ipotesi, finché non viene approvata preferisco non parlarne.

Domani ci saranno le trattative private per i diritti TV. È una sconfitta per l’operazione fondi? No, assolutamente. Bisogna avere molta lucidità e freddezza, mi rendo conto che non sia facile in contesti dove sono facili le fiamme come un’assemblea di lega o in contesti comunque dialettici e di dialogo sull’informazione. È una decisione corposa, che muta negli anni futuri gli equilibri della Lega, a livello di attuazione sul mercato, processi decisionali, disponibilità finanziarie: non è semplicissima da prendere. Trovo sia quindi normale che le parti, e in questo caso la Lega rispetto ai fondi, trovino dei temi su cui anche all’interno della Lega bisogna trovare un consenso finale. Non vedo un tema, nessuna frenata. Semplicemente, bisogna arrivare a fare le cose fatte bene. E solo se si vede che c’è un consenso quasi unanime, allargatissimo, senza forzature. Io non mi permetterò mai di forzare alcunché, credo si debbano seguire tempi e modalità corrette.

Sono i fondi a dover cambiare i termini. Se non c’è questo passo avanti la situazione diventa critica? Gli accordi sono sempre compromessi, non ci sono aut aut, vediamo. Poi magari vince una posizione o l’altra, ma in linea di massima due persone che vogliono fare una cosa insieme trovano equilibrio».