Cosmi: «Grosso-Liverani ci sarà da divertirsi. Stellone? A Palermo…»

Serse e i suoi ragazzi. Verona­-Lecce è sfida tra due allenatori che Cosmi a Perugia, a inizio secolo, aveva trasformato in calciatori Fabio Grosso e Fabio Liverani sono due dei cinque suoi ex su panchine di B. Ecco le sue parole nell’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”:

Una soddisfazione? «Non credo di aver fatto scuola, nessuno nelle interviste dice che si ispira a Cosmi…». Grosso e Liverani: ci credeva? «Sì,esprimevano concetti da allenatore già giocando». Grosso arrivò nel 2001 da Chieti. Come lo ricorda? «Non aveva grande scuola, faceva mezzala e trequartista, non era giovanissimo (23 anni, ndr). Era da valutare in ritiro. Cercavamo un esterno sinistro, in prova c’era un brasiliano improponibile, così adattammo Fabio, anche perché in A nel suo ruolo non avrebbe potuto giocare. Ha fatto bene nelle amichevoli, anche un gol alla Real Sociedad. Si è dimostrato un ragazzo molto intelligente, il piede l’aveva ed è diventato Fabio Grosso». Chissà quando l’ha visto diventare campione del mondo… «Un’emozione particolare, commentavo i Mondiali in tv e vedere lui e Materazzi protagonisti, mi ha dato gioia: un po’ ho contribuito anch’io…». Invece Liverani era arrivato da Viterbo un anno prima. «Aveva una scuola alle spalle,anche lui molto intelligente e con un piede sinistro raro. Dicevano fosse lento per fare il trequartista. A me però piace vedere fantasia davanti alla difesa, meglio il primo passaggio dell’ultimo, così l’ho messo playmaker: mi convinse Alenichev(ex del Perugia, ndr) perché con Liverani avrebbe avuto più palloni. Fabio sapeva servire chiunque, vicino o lontano:per me dopo Pirlo uno dei più grandi in Italia». Da Grosso e Liverani agli altri. Cristian Bucchi l’ha avuto, sempre a Perugia,nel 2000-01. «Gli auguro tutto il bene del mondo. Se torna in A lo fa con più forza, rispetto a Sassuolo. Il Benevento è favorito». Invece Stellone l’ha avuto nel 2004-05 al Genoa. «E’ quello in cui mi riconosco di più per il carattere. Certo,a Palermo è dura…»”.