Così è naufragato il Palermo

“Faremo parlare i fatti, giudicateci per quelli”. Questa è una delle frasi più celebri di Salvatore Tuttolomondo, direttore finanziario di Arkus Network dalla spiccata e talvolta anche sorprendente capacità oratoria. Il più grande dei fratelli Tuttolomondo non si è mai sottratto alle domande di tifosi e giornalisti. Non si è mai fatto trovare impreparato, rispondendo in maniera dettagliata ed in nome della trasparenza a qualsiasi quesito gli sia stato posto durante la sua avventura a Palermo. Trasparenza e fatti, un binomio quasi indissolubile per Salvatore Tuttolomondo. Ed è proprio in attesa di questi famosi fatti che la nostra redazione non si è mai sbilanciata sulla nuova proprietà del club di viale del Fante. Oggi però, a circa due mesi dall’insediamento di Arkus Network al comando del Palermo, qualche fatto è arrivato il momento di giudicarlo.

È il 28 giugno del 2019 e il Palermo dei Tuttolomondo sta vivendo una delle pagine più tristi della storia dei colori rosanero. Sono trascorsi ormai quattro giorni dal termine ultimo per presentare la domanda di iscrizione al campionato di serie B. Una domanda che è sì giunta in Lega entro i termini, ma incompleta. Tra la montagna di documenti inviati mancava infatti l’ormai celeberrima fideiussione. Dopo il giallo della Pec e la presunta truffa del broker prescelto come intermediario per la polizza fideiussoria, Arkus Network è corsa ai ripari bloccando i pagamenti fatti ai fini dell’iscrizione in serie B. Tra questi, i bonifici ai calciatori, che nella giornata di ieri si sono schierati senza mezze misure contro una proprietà che “in due mesi ha fatto promesse mai mantenute”.

Non è finita qui, perché giorno dopo giorno il castello di sabbia di Arkus Network si va sgretolando. Le stanze prenotate per il ritiro precampionato in Trentino Alto Adige sono state disdette creando un danno enorme all’Hotel Castel Mani, che avrebbe dovuto ospitare i rosanero in quel di San Lorenzo Dorsino. Inoltre Media Sport Event, la società che ha organizzato il ritiro del Palermo, ha perso le tracce di Lucchesi dopo aver speso 27mila euro per  l’adeguamento del campo del centro sportivo Promeghin. A questi fatti si aggiunge la liquidazione da parte di Lucchesi dello staff della Primavera tramite Whatsapp (il primo a “saltare” era stato Rino Foschi).

Dunque, alla luce dei fatti inerenti all’iscrizione al prossimo campionato, questi dicono che la permanenza del Palermo tra i professionisti sembra sempre più difficile e l’ipotesi di un’asta fallimentare si fa sempre più concreta. Ma chi c’è dietro questo probabile “fallimento”? Sicuramente, laddove i rosanero dovessero ripartire dai dilettanti, i primi ad essere additati come colpevoli saranno i Tuttolomondo insieme al direttore generale Lucchesi. Sfortunati, sprovveduti, consapevoli di ciò che sarebbe successo? Questo non sta a noi dirlo. Possiamo però dire che, se disfatta sarà, Arkus Network non sarà l’unica artefice del destino nefasto del Palermo. Dietro l’arrivo della nuova proprietà rosanero ci sono infatti due palermitani. Uno è Vincenzo Macaione, l’altro è Alessandro Albanese. Il primo ha fatto da advisor nella trattativa con Daniela De Angeli, è il vicepresidente del Palermo, fino a ieri era il presidente della holding Sporting Network e la sua frase “Macaione 1 – York 0” al termine della trattativa è ormai nota ai più. Il secondo è il presidente di Sicindustria, rimasto nell’ormai scomoda posizione di presidente del club di viale del Fante e lasciato solo a Palermo dalla proprietà, ritiratasi a Roma nei giorni scorsi. Anche lui avrebbe messo del suo al fine di consegnare il Palermo ad Arkus Network, suggerendo a Daniela De Angeli di preferire il gruppo dei Tuttolomondo al colosso americano York Capital. Entrambi, chi dimettendosi chi chiedendo scusa, hanno dato un segnale ben preciso nei confronti della proprietà. Il danno però, sempre attenendosi ai fatti, sembra ormai irrimediabile.

Sempre a proposito di palermitani, in caso ripartenza dalla Serie D, è tornato in auge il nome di Dario Mirri. L’unico che negli ultimi mesi ha effettivamente messo dei soldi nelle casse del Palermo: ben 2,8 milioni di euro versati per pagare gli stipendi dei calciatori ed evitare la penalizzazione in classifica. L’unico che ad oggi rischia davvero di aver pagato a caro prezzo l’atto d’amore verso la sua squadra del cuore. A dir la verità, Mirri era stato uno dei primi a manifestare la propria preoccupazione dopo l’arrivo di Arkus Network, cercando sin da subito un contatto con York Capital. Se anche il fondo americano si farà vivo con il sindaco Leoluca Orlando ad oggi non si sa, ma nella vita mai dire mai. Intanto, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, sembra che Mirri abbia contattato York Capital anche nelle ultime ore. Non prima però di aver parlato con il primo cittadino palermitano. Insomma, mentre Salvatore Tuttolomondo assicura da Roma che le cose possono ancora essere sistemate e che bisogna aspettare i fatti, qualcosa a Palermo si muove.