«Vi racconto mio marito Martin, la sua vita, il pallone e il Palermo»

L’emergenza Coronavirus ha bloccato il calcio in tutta Europa, tutti i campionati sono sospesi e ancora non si sa quando riprenderanno. La Serie D è uno dei tornei che si è fermato per primo, nel girone I il Palermo è in testa alla classifica a +7 sul Savoia. Un grande protagonista della stagione dei rosanero è sicuramente Malaury Martin, regista della formazione di Pergolizzi. L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” propone un’intervista alla moglie del giocatore francese, Bianca Cimatti, che ci fa conoscere meglio il centrocampista del Palermo. Di seguito l’intervista:

Bianca Cimatti: divisi dalla distanza, uniti dalla necessità di affrontare l’emergenza del coronavirus. «Leonardo, il più piccolo dei miei figli, giovedì, ha compiuto due mesi, quando si sveglia vuole stare in braccio; William, due anni, chiede sempre di papà. Sono dai miei, anche se ho casa a due passi. Una scelta per limitare i contatti con altre persone visto che, altrimenti, sarei rimasta sola con i bambini. Non ho altro in testa che tornare a Palermo, bisognerà vedere se è possibile».
Come vivete la lontananza? «Male. Dovevo raggiungerlo un paio di settimane fa, avevamo già organizzato tutto… Per fortuna mio marito non è uno che si butta giù. Leggo, però, nella sua voce che è stressato: il calcio è la sua ragione di vita. A casa da solo, senza allenarsi… Ci parliamo al telefono, anche in maniera esagerata. Mi manca. E noi manchiamo a lui».
Questa esperienza cosa insegna? «Il mondo è cambiato in un attimo. Abbiamo imparato, ancora di più, ad apprezzare i sentimenti. Il pericolo ha stravolto le abitudini. Ho il rimpianto di non essere partita prima per riunire la famiglia. Oggi, la cosa più importante. Abbiamo perso la quotidianità. Vorrei vedere mio marito, mia nonna, i miei amici di Bologna e Parma».
Tutti si chiedono quando finirà l’incubo. «Non esiste risposta, ci auguriamo presto. E’ anche vero che siamo appesi ad un filo, gli scenari cambiano velocemente. Il 23 gennaio, quando ho partorito, avevamo altri obiettivi: Leonardo, il ritorno a Palermo, la promozione… Chi poteva prevedere un’esperienza del genere?».
E’ vero che con Malaury non vi siete mai chiamati per nome? «Sì. Per me, lui è “Bebè”, come i miei figli, tanto che William ormai non si gira più. Appena crescerà Leonardo, sarà un problema. Dovranno andare ad intuito. Per mia madre e gli amici sono Bibi, non per Bebè che si rifiuta. Lui usa “mon amour”; e Bianca, quando si arrabbia».
Cosa avete in comune? «La stessa visione della vita. Ci piace il mare, viaggiare. Lui ama la pesca subacquea, io odio la montagna. Non siamo la coppia “perfettina”. Per esempio, Malò è pigro, magari non porterà la spazzatura fuori, ma stiamo insieme da dieci anni. Adesso litighiamo perché non possiamo vederci: io vorrei rientrare a Palermo. Non c’è un modo? Stressante, no?».
Il suo rapporto con il calcio? «Mi piaceva il basket. Questa nuova avventura mi ha affascinato anche per merito di William. Corre per casa con la maglia rosanero numero otto di Bebè e con il pallone tra i piedi. Si comincia così. Gli ho messo davanti un video del papà e si è messo a ballare sul letto mandandogli baci. Non vede l’ora di rivederlo».
Cosa le manca di Malaury? «Tutto. E’ un bravissimo papà, molto presente e mi pare assurdo non averlo accanto. Leonardo, l’ha visto solo un paio di giorni. Ora, dentro di me c’è un vuoto che non riesco a colmare».