Corriere dello Sport: “Rigoli frena: «C’è ancora tanto da fare»”

“A Padalino stanno stretti gli abiti della vittima, ma a Rigoli vanno larghi quelli dell’eroe. I due raccontano la partita in modo diverso, ma forse quello che va più vicino alla realtà è il tecnico ospite: «Diciamo che non siamo stati fortunati – attacca – anche perché il gol del vantaggio del Catania è arrivato su deviazione e dopo una nostra buona azione offensiva. Questa partita poteva essere decisa soltanto da un episodio e l’episodio questa volta ha premiato il Catania. Non parlo di furto, perché nel calcio non mi piace usare questi termini, ma la partita l’avete vista tutti e soprattutto nel secondo tempo non c’è stata storia: diverse le parate difficili eseguite da Pisseri. Ciò non toglie che debbo rimproverare ai miei la mancanza dell’ultimo passaggio e la gestione del recupero palla in certi momenti. Imborghesiti dopo nove risultati utili consecutivi? No, ma se non entri in queste gare con la mentalità giusta, contro queste squadre puoi rischiare di fare una brutta figura. Ripartiamo dallo stop, consapevoli di quel che si prova prendendo anche due reti e diamoci dentro: il campionato è tutto da giocare».  La versione di Rigoli: «Abbiamo concesso pochissimo e siamo stati padroni del campo contro una squadra forte. Ci sono dei ragazzi in crescita ed è evidente che queste partite non si possono vincere dopo 5′. Semmai è più facile all’85’. Noi fortunati? Abbiamo preso tante volte un gol nell’unico tiro in porta subìto, adesso parliamo di fortuna? Prendiamo per buona la vittoria e guardiamo al futuro. Siamo contenti per il successo col Lecce, ma non si festeggia. Ancora c’è tanto da fare». DI GRAZIA. Un concetto espresso anche da Andrea Di Grazia: «Avevamo voglia di riscattarci dopo Melfi e ci siamo riusciti. La mia esultanza? Col 2-0  abbiamo chiuso la partita e tagliato le gambe agli avversari. La deviazione sull’uno a zero? Ci sta un po’ di fortuna, ma pensiamo subito al prossimo avversario. Ancora non abbiamo fatto nulla. Dediche? A mio padre e al padre di un amico che non c’è più». Arriva Saro Bucolo: «Abbiamo vissuto una settimana davvero difficile. Siamo stati bravi a tapparci le orecchie e a lavorare, dimostrando di avere gli attributi: se avessimo ascoltato quel che si diceva all’esterno non ne saremmo più usciti».”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.