Corriere dello Sport: “Paura Napoli. Indagano i PM”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” parla della situazione caotica che c’è in casa Napoli. Perché ora la paura è ovunque, va per i vicoli o dentro le stanze di casa, lungo le spiagge e semmai al ristorante, in un labirinto in cui ci sono ombre sempre, dietro ogni sguardo curioso, fosse anche quello d’un ragazzo che aspetta un autografo: e la ragione spinge a perdersi, a nascondersi, a non vivere più come si dovrebbe e come si vorrebbe ma a cancellare se stessi, chiudendosi in quella espressione terrorizzata che Thais Marques, la signora Allan ha conosciuto e condivide, adesso, con Laura Slowiak, la signora Zielinski, in questa sottile e perfida strategia del terrore che il Procuratore aggiunto, Sergio Amato – con i sostituti Stefano Capuano, Danilo De Simone, Francesca De Renzis e Valentino Battiloro – ha racchiuso in un’indagine sui «reati sportivi» – scrive il quotidiano-. Dal tentativo di furto nel villino degli Allan a Pozzuoli allo “sfregio” alla Smart a Varcaturo alla moglie di Zielinski, è niente, è una due giorni in cui Napoli riscopre quanto malavita e football possano ritrovarsi ferocemente collegate. Un capitolo bruttissimo torna a riguardare i giocatori azzurri quietante (e inarrestabile) in cui in quarantotto ore le signore del calcio sono costrette a scoprire l’altra faccia d’una città che fa eroi e poi vittime d’una forma delinquenziale – in passato – ricorrente e tornata pericolosamente di moda. Laura Slowiak, che ha sporto denuncia, era andata a Varcaturo, in spiaggia, a passeggiare con il proprio labrador e quando è tornata ha visto che si erano scatenati con la sua Smart, fracassandola, per rubarle lo stereo e il navigatore – si legge -. La violenza che non t’aspetti è spuntata di nuovo e ha lasciato che dalla memoria riaffiorassero gli inquietanti episodi d’un passato neanche troppo lontano, l’accoltellamento nel settembre del 2015 d’un tifoso in una guerra finita nel San Paolo durante un Napoli-Sampdoria. E serve poi anche capire per capire se l’insurrezione dei calciatori abbia “ispirato” una sfida diversa, rompendo argini invisibili ma che si possono percepire, spaccando quella “rete di protezione” eretta nei confronti degli idoli della domenica e scatenando ritorsioni che rappresentano un filone delle indagini già avviate. E sarà, inevitabile, anche ascoltare, ora, i giocatori, semmai i dirigenti, perché nell’opacità di questi giorni gli indizi aiuteranno a costruirsi un’idea. Però è stranissimo che tutto capiti subito la «ribellione» del Napoli e la scelta dei calciatori di rifiutarsi di andare in ritiro, che l’8 novembre entri qualcuno in casa di Allan, tenti di rubare ma non lo fa o non ci riesce, e che domenica bre, sarà una casualità, i ladri stavolta scelgano come obiettivo la macchina della moglie di Zielinski. E ora si procederà, andando ad ascoltare chi può aiutare ad erigere ipotesi che abbia
no un senso compiuto: Gennaro De Tommaso, Genny ‘a carogna, il capo della tifoseria che all’Olimpico, nella notte che sarebbe costata la vita a Ciro Esposito, detenuto da tempo ma collaboratore di giustizia, viene ritenuto in grado di raccontare le dinamiche del tifo, l’origine di una “tecnica” che sembra di intravedere in questa Napoli ora avvolta nella cupa atmosfera d’una realtà che ha trasformato il gioco in brutalità – conclude il quotidiano-.