Corriere dello Sport: “Palermo, quel 4-2 nella storia. Quasi 55 anni fa la prima vittoria rosanero a Torino”

Lo stesso giorno, o quasi. Poche ore di differenza. Il 18 febbraio 1962, la prima vittoria del Palermo a Torino contro la Juventus, dopo ventinove anni con un solo pareggio, sempre di febbraio. Domani una storia tutta da scrivere in uno Juventus Stadium, per i rosa senza gloria, senza punti e senza gol. Il Palermo si aggrappa al “miracolo”. Come a Napoli. E soprattutto come cinquantacinque anni fa. La leggenda appunto del Palermo miracolo, il Palermo 1961-62 di Montez e Remondini (allenatori), di Vilardo (segretario factotum) e di Vizzini (presidente), il Palermo di Mattrel e Burgnich, di Malavasi e Benedetti, di Fernando, Borijesson e Metin; e dei record (cinque vittorie consecutive in Serie A, cifra eguagliata solo da Guidolin), il più grande prima dell’arrivo di Zamparini, uno dei migliori di tutti i tempi. speranze. Siamo nella calda estate del ’61. Al “Gallia” di Milano c’è l’impareggiabile Vilardo con un carico di speranze e le tasche vuote. Ci vuole una rivoluzione. Della vecchia guardia restano in tre: Benedetti, Sereni e Malavasi. Poi, don Totò va a pescare in Turchia Leandro Remondini, ex difensore di Milan, Lazio e Napoli, che serve anche per portare in rosa l’icona del calcio turco, il centravanti Metin Oktay. I soldi? Vilardo è… Vilardo. Cede una ventina di giocatori, chiude un colpaccio con la Juve: il portiere Anzolin in cambio del prestito di Mattrel (tre scudetti), più Burgnich e cento milioni; gira al Napoli Fraschini prelevato il giorno prima dal Messina. Altri ottanta milioni per portare a casa anche il brasiliano Fernando del Palmeiras, regista e goleador, che ha fatto faville con Josè Altafini e che si presenta col biglietto da visita di 58 gol in 57 partite nello Sporting di Lisbona. Mattrel sarebbe finito ai mondiali in Cile, parando in stagione otto rigori su dieci. Storia di straordinaria follia quella di Burgnich, la Roccia, voluto da Boniperti e liquidato (stiamo parlando di uno dei più grandi difensori della storia del calcio) perché ritenuto inadatto allo stile della Juve e dal destino incerto per un presunto, leggero strabismo. coabitazione. L’inizio con Remondini è disastroso. Vilardo tira fuori dal suo cappello magico Oscar Montez, argentino, alle prime armi. L’allenatore ha 35 anni, grinta da vendere. Lo Schelotto di Zamparini. Tra Montez e Remondini la coabitazione si fa difficile, ma la squadra trova equilibri e risultati. Il vero problema è Metin. L’asso del Galatasaray non si ambienta. Vive allo stadio, non impara una parola di italiano, ha problemi al ginocchio che chiama formaggio, nessuno lo capisce. In patria aveva segnato 103 gol in 105 partite, al ritorno in Turchia ne farà 285 in 298 e 34 su trentasei in Nazionale. Col Palermo tre in dodici partite, una miseria. Per fortuna a novembre, Vilardo ha un altro colpo d’ingegno e ottiene dalla Juve il prestito dell’attaccante Borjesson, capocannoniere del calcio svedese che esordisce ad Udine realizzando la rete della vittoria al 90′, proprio il giorno in cui Vilardo licenzia Remondini e lascia solo Montez alla guida dei rosa. È l’inizio del ciclo prodigioso. Il Palermo va incontro alla leggenda. Torna anche Remondini. Ma, alla vigilia di Juve-Palermo, nel ritiro di Lando Torinese, i due tecnici litigano furiosamente e se ne vanno. La memorabile vittoria sulla Juve si concretizza ugualmente con i gol di Prato, doppietta di Fernando e firma di Burgnich (che vendetta!) su punizione: 4-2. In panchina Aigotti un mediatore amico di Vilardo! Montez invia un telegramma: «Grande risultato, grande esibizione che offriamo ai tifosi». Il giorno dopo Vilardo non lo fa salire sul treno. Della serie: Zamparini? Un dilettante…“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.