Corriere dello Sport: “Palermo, c’è il patto. Sanciti i “9 comandamenti”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” parla delle ultime nove partite che il Palermo dovrà affrontare. Nove sfide, per nove successi ricominciando già domenica contro il Nola -scrive il quotidiano -. L’appello allo spogliatoio parte da una considerazione di Pergolizzi: «Siamo entrati nella fase decisiva, il Palermo non può farsi cogliere impreparato. Il campionato per noi s’inizia oggi». Frase fatta, ma ci sta. Un messaggio, come per dire: «Basta con gli errori e i cali di tensione». Al diavolo le considerazioni sulla qualità di un gioco che pure, a tratti, si vede e via con la concretezza. Parola magica che anche Mirri e Sagramola, dopo un faccia a faccia, non senza palpitazioni, con Pergolizzi e i suoi, hanno messo nel loro vocabolario. Dalla sconfitta di Licata nasce un patto “rosa” tra società, giocatori e tecnico: vietato tentennare, ogni partita sarà quella decisiva. Il Palermo, al contrario degli altri, ha l’obbligo di un immediato approdo in serie C. Costi quel che costi. «Questo è il campionato dei campionati, quello del Palermo, della città, di tutti, per arrivare ai professionisti e scrivere la storia. Abbiamo addosso una bella responsabilità, siamo stati chiamati per qualcosa d’importante. Così, bisogna essere uniti fino alla fine»: il manifesto di Pergolizzi rappresenta il destino degli allenatori. I nove punti, riepilogati dal quotidiano, compongono una lista di priorità:

1. Equilibrio e lucidità. La D non è gara di cento metri piani ma una maratona. Dal finale incerto. Bisogna dosare le energie, altrimenti si rischia di non arrivare.

2. Consapevolezza e credere in se stessi. Ok la qualità, ma al momento non serve un’opera di Picasso, ma un quadro, cioè una squadra, che acquisti valore nel tempo. Lavorando con maggiore intensità ed entusiasmo.

3. Il 70/80 % è stato fatto. Se in campo ci pensano i calciatori, fuori serve il “tocco d’autore” della società. Con una presenza continua, per garantire e gestire al meglio il finale di stagione.

4. Compattezza e superamento della soglia di fatica. I risultati sono arrivati con pieno merito. Ma non basta. Bisogna andare oltre, alla ricerca di quella voglia che non immagini di avere.

5. Condizione mentale. Non abbattersi per il passo falso. Vietato farsi prendere dalle preoccupazioni vista la posizione di classifica. Gli altri stanno peggio.

6. Condizione fisica. Bisogna mantenere uno standard alto. La crisi, causata da un ritardato avvio di stagione, è ormai superata. La benzina non manca.

7. Serve il contributo e l’esperienza dei piu grandi. I giovani hanno dato, ora tocca agli over rispondere in prima persona, prendere gli under per mano e guidarli. Se, a Licata, Sforzini e Ricciardo sono rimasti in panchina, ed è subentrato Lucca (bravissimo), significa che qualcosa non quadra. Floriano è chiamato a fare la differenza.
8. La squadra si è anche retta sulla sfrontatezza e sulla fame di arrivare degli under. Chi ha tirato la carretta, come Silipo, Kraja o Doda, deve sempre conquistarsi la conferma. Chi ha giocato di meno fare di tutto per mostrarsi pronto.

9. Coraggio e sacrificio. Solo con queste doti, si raggiunge il traguardo. Cioè, la promozione.