Corriere dello Sport: “Non solo SuperMario. Prove di nuova Italia”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sull’Italia e i convocati di Mancini per gli stage.

Nel giorno in cui si sono aperte le votazioni per la successione di Mattarella al Colle, l’Italia del calcio ha avviato le primarie verso i play off che dovranno condurre, come tutti si augurano, gli azzurri al Mondiale dopo dodici anni di assenza. La coincidenza, ripensando al Presidente della Repubblica uscente in tribuna a Wembley, è simbolica e assume il significato di una svolta. Dal Quirinale, come accadde nel 1982 con Pertini, è sempre arrivata una spinta decisiva. I campioni d’Europa sono in sospeso, aggrappati alla magìa londinese di luglio e spaventati dal baratro di un’altra, possibile, eliminazione. Significherebbe una sciagura per l’intero movimento. Così il ct Mancini, dopo un week-end di profonda riflessione legata alla lista dei 35 convocati, domani a Coverciano avvierà una maratona lunga due mesi sino al 24 marzo, quando affronterà la Macedonia del Nord a Palermo con l’idea di presentarsi in finale, cinque giorni dopo, e spuntarla nella trappola di Istanbul (Turchia) o di Lisbona (Portogallo).

ORIZZONTE. Serviranno nervi saldi, freschezza mentale, esperienza, personalità e colpi decisivi, forse alternative tattiche. Se possibile Mancio dovrà replicare l’Italia di Wembley, senza escludere qualcosa di diverso, sotto forma di nomi, stimoli e soluzioni, a maggior ragione considerando l’assenza di Chiesa e Spinazzola, due pedine determinanti per strappi e cambi di passo nell’interpretazione del 4-3-3. Erano convocabili solo 16 sui 26 eroi di Wembley: il Psg non ha liberato Donnarumma e Verratti, Jorginho è rimasto a Londra con il Chelsea. Ecco come si spiegano le convocazioni. Non c’è solo il ritorno di Balotelli. Prove di nuova Italia. Il ct ha rovistato da cima a fondo quanto gli stava offrendo il campionato, persino cercando in B con la prima chiamata di Carnesecchi (portiere dell’Under 21 e di proprietà dell’Atalanta) e di Fagioli (centrocampista scuola Juve) in forza alla Cremonese. Non ha scartato l’opzione degli oriundi, una volta chiariti i requisiti relativi a Luiz Felipe e Joao Pedro. Ci sono i tratti del futuro azzurro con l’ingresso di Frattesi, gioiellino del Sassuolo, e di Samuele Ricci, classe 2001, titolare nel centrocampo dell’Empoli, più la sorpresa Scalvini, lanciato al debutto da titolare in Serie A da Gasp all’Olimpico con la Lazio. Rientrano pedine collaudate come Sensi (vicino al trasferimento alla Samp con l’idea di riacquistare continuità) e De Sciglio, rilanciato da Allegri al pari di Luca Pellegrini. Un governo tecnico, si dice, prevede il supporto di qualsiasi forza. Mancini, se è valida la metafora politica, approfondirà la conoscenza del materiale umano, in poco più di 48 ore, per non lasciare indietro nessuno e non coltivare rimpianti. Lo stage è un’opportunità di studio, non un contratto firmato. E va calato nel contesto attuale: nessuno può sapere, tra infortuni e Covid, che tipo di lista potrà tirare giù il 20 marzo. Dentro o fuori: la formula si dovrà tradurre in coraggio, cinismo, lucidità.