Corriere dello Sport: “Napoli, una giostra che vale 246 gol. Assalto al Palermo con i quattro artisti che hanno fissato un obiettivo preciso…”

“Ma gli opposti si attraggono? Il calcio, eccolo qua: nella sua espressione alta, nella propria sintesi, nella perfezione ed anche nell’esatto contrario, la più perfida ch’esista; il calcio osservato standosene accomodato in prima fila, mentre s’avverte il clima solenne d’una pièce, oppure quello scrutato dal buco della serratura; il calcio nell’essenza, ch’è il gol, declinato in ogni sua forma, di testa e di sinistra, creandosi lo spazio oppure andandolo ad occupare, inventandoselo attraverso il gioco e quasi esprimendone un’opera d’arte, ma che è anche altro, uno scarabocchio, uno strafalcione, un obbrobrio. E’ Napoli-Palermo: ci sarà Golia e pure Davide e si finirà per scoprire le distanze ch’esistono in questo braccio di ferro impietoso, sostenuto dalla muscolarità di chi ne ha segnati 47 in campionato in campionato (il miglior attacco) e dalla gracilità di chi ne ha subiti 41, da chi ha un quintetto d’autore in cui perdersi – ad oltranza – e da chi disperatamente cerca di sfuggire al proprio destino. LA NOTTE DEI BOMBER. Sei mesi e mai che una delle notti fosse finita in bianco, nel San Paolo avvolto come in una coperta di Linus, scaldato dalla esuberanza di un attacco «atomico», ventisette reti in undici partite, una media che strapazza le mani in un applauso sistematico: la giostra del gol è d’indiscutibile bellezza, la fusione che sa di magìa tra quel calcio verticale di Sarri ed interpreti che straripano (soltanto tre volte si sono accontentati di un gol), inseguendo l’idea di spingersi pure quest’anno – e sarebbe la quarta consecutiva – oltre quota cento. VINCERE’. Il tridente è l’Idea concepita anche attraverso il destino, sa di forma geometrica che si modella ad uso e consumo del proprio ingegno: ma su quell’asse – Callejon, Insigne e Mertens – c’è soltanto una parte della quantità industriale di emozioni, e sono centoquaranta gol, che altrove indurrebbe in escandescenza e che nel Napoli invece «impallidisce» al cospetto di Sua Maestà Hamsik, centosei reti fino ad oggi, una sola dal mito degli anni ’30, Attila Sallustro, nove per approdare invece al trono ch’è ancora di Diego Maradona. ROSA MAREK. Il viceré è virtualmente investito del proprio ruolo, in attesa della pubblica incoronazione, ma Napoli-Palermo per Hamsik è molto altro ancora, sa quasi d’ispirazione cromatica, dettato da quel rosa che infiamma: otto reti e persino sei assist in diciassette partite complessive, come se fosse accanimento personale, come se diventasse energia solare, come se esistessero conti da sistemare. Invece è semplicemente calcio, riletto attraverso nei numeri, che trascinano Hamsik nelle pieghe d’una notte che è pure la sua ma comunque appartiene anche ad Insigne, Callejon e Mertens, i soci in affari con i quali hanno attrezzato quest’azienda da ducentoquarantasei gol in maglia azzurra, un inferno nel quale il Palermo è chiamato a calarsi, tentando di non bruciarsi. LO SHOW. Il Progetto esiste e si può coglierlo osservando le movenze d’un quartetto da favola, la musicalità di quei gesti e il rumore tenero – o tremendo, dipende dai punti di vista – di quell’esplosione festosa: Napoli-Palermo è una notte nel gol”.Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.