Corriere dello Sport: “L’ombra di un’altra combine: arrestato il patron calabrese Cosentino. Dubbi su Catanzaro-Avellino”

“Nemmeno il tempo di sfogliare i giornali per leggere i titoli sulla salvezza del Catanzaro ottenuta poche ore prima nel playout contro la Vibonese, che la Guardia di Finanza entra in azione. Così alle prime luci dell’alba di ieri, il presidente del Catanzaro, Giuseppe Cosentino (67 anni), affermato imprenditore nel settore import-export col Sudest asiatico, è finito agli arresti domiciliari unitamente ad altre due persone, nell’ambito dell’inchiesta “Money Gate”, coordinata dalla Procura di Palmi e illustrata dal suo procuratore capo, Ottavio Sferlazza. L’inchiesta. Nell’indagine, per la quale sono stati esclusi collegamenti con la criminalità organizzata, figurano anche altre persone attinte da provvedimenti meno restrittivi. Le ipotesi di reato che hanno portato il Gip presso il Tribunale di Palmi ad emettere misure restrittive della libertà personale sono di associazione per delinquere, con l’aggravante dell’aver commesso i fatti in diversi Stati, finalizzati alla commissione di reati di natura fiscale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita di ingenti somme di denaro in danno dell’azienda amministrata da Giuseppe Cosentino, la Gicos, il cui patrimonio sarebbe stato depauperato a vantaggio di singoli soggetti. A fronte delle attività investigative, iniziate nel giugno 2011, la Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di denaro pari a circa quattro milioni di euro, nella disponibilità di diversi indagati. Globalmente, l’evasione dei redditi si attesterebbe ad oltre sette milioni di euro tra il 2006 ed il 2011. In queste attività che hanno portato la Procura di Palmi a indagare in tutto 18 persone, tra Cinquefrondi e la Svizzera, il Catanzaro viene lambito dall’inchiesta, anche se le conseguenze potrebbero essere immediate, viste le scadenze imminenti per l’avvio della nuova stagione e il blocco delle disponibilità del presidente Cosentino, socio unico del club, anche se alcune ombre, emerse dalle attività intercettive messe in atto dagli inquirenti, potrebbero portare la Procura di Palmi ad attivare il competente organo federale, come spiegato dal procuratore della Repubblica di Palmi Sferlazza: «Lavoriamo anche per valutare l’eventuale sussistenza di elementi in ordine al tentativo di aggiustare l’incontro. Ove dovessero emergere delle responsabilità, come è doveroso invieremo gli atti alla giustizia sportiva». Dalle indagini sarebbe emerso il tentativo di concordare un pareggio utile al Catanzaro per evitare i playout e all’Avellino per avvicinarsi alla promozione in B. La partita, però, finì con la vittoria dell’Avellino, che conquistò così la matematica promozione. Per questo, insieme al presidente Cosentino, sono indagati a piede libero anche l’ex diesse Armando Ortoli, l’ex calciatore giallorosso Andrea Russotto (ora al Catania), l’ex presidente dell’Avellino Walter Taccone ed il ds Vincenzo Di Vito. Il rischio di deferimento per Avellino e Catanzaro (nel caso dovessero emergere ulteriori elementi probatori, si tratterebbe di responsabilità diretta essendo coinvolti i presidenti) è altissimo, con esso il processo per illecito sportivo con conseguenze al momento non determinabili”. Questo quanto riportato da “Il Corriere dello Sport”.