Corriere dello Sport: “La sorpresa Portogallo da impazzire: una rete di Eder dopo 109 minuti condanna la Francia. Ronaldo va ko, i suoi compagni gli regalano il trionfo”

Forse valeva la pena aspettare così tanto, un secolo intero senza una vittoria, sempre ai margini della storia, sempre respinti. Valeva la pena perché ad alzare questa coppa è stato Cristiano Ronaldo, il più grande giocatore di tutti i tempi del Portogallo. E valeva la pena anche perché l’ha alzata sotto il naso dei francesi, battuti nello stadio della capitale. Non c’era riuscito Eusebio, nel ‘66 in Inghilterra; non c’era riuscito Rui Costa, che ieri festeggiava proprio qui, al Saint Denis, nell’Europeo del 2004, quello giocato in casa. Ma quando Cristiano ha preso la Coppa in mano, un Paese intero ha raggiunto il posto che sognava da sempre e che la sua passione, oltre ai suoi talenti, giustamente reclamava: nella storia del calcio d’Europa, oltre la Francia, appena battuta, oltre l’Italia, oltre la Germania. FUORI CR7, MA EDER…. Il Portogallo ha vinto dopo 120′ di grande battaglia, con più agonismo che tecnica. Ha vinto arrivando per la terza volta ai supplementari: aveva una grande forza, sia fisica che mentale. Ha vinto senza il suo capitano. La storia di CR7 in questo Europeo è stata incredibile. Aspettavamo tutti lui, solo lui e invece alla fine è spuntato Eder, uno dei meno famosi. Ma il gol che ha segnato è stato straordinario, un capolavoro. Il primo tempo è rimasto racchiuso nell’infortunio di Ronaldo. Payet lo ha messo ko dopo 8 minuti con una ginocchiata che non sembrava proprio involontaria. Cristiano ha provato, piangendo, a restare in campo, ma si è arreso al 25′ quando è entrato Quaresma. Per il Portogallo la perdita era pesante sul piano tecnico, ovviamente, su quello psicologico, ancora di più, ma non su quello tattico, perché l’inserimento dell’ex interista ha rimesso la squadra di Fernando Santos sulle rotaie giuste. IL RIASSETTO. Aveva iniziato come al solito, con William Carvalho davanti alla difesa per occuparsi da vicino (molto vicino) di Griezmann, e con Adrien Silva più avanti a pressare Pogba: era la stessa impostazione che gli aveva permesso di eliminare la Croazia. Ma in quel modo, col 4-1-3-2, sulle due fasce la Francia aveva spazio a sufficienza per portare i suoi attacchi in velocità. Se l’idea era quella di lasciare palla ai Bleus, affrontarli al di qua della linea di centrocampo e poi ripartire, con quel sistema c’erano difficoltà. Era un problema di ampiezza, il Portogallo era troppo stretto a centrocampo. Con Quaresma, ecco il riassetto: il trivela sulla fascia destra, Renato Sanches al centro (nella sua posizione ideale e da lì ha preso a macinare gioco), Adrien Silva al suo fianco e Joao Mario largo a sinistra, con Nani punta centrale. OCCASIONI FRANCESI. Come gioco, possesso palla (il 58 per cento al 45′), iniziative e occasioni, il primo tempo è stato quasi tutto francese. Griezmann, dopo un errore di Pepe, e Sissoko hanno avuto per due volte la palla buona, ma Rui Patricio ha risposto da fenomeno. Sissoko travolgeva il centrocampo di Santos quando partiva palla al piede, lo faceva abbandonando la sua posizione di ala destra per infilarsi in mezzo al campo. Il Portogallo faceva però una resistenza attiva, non era mai rintanato davanti alla propria area e ripartiva. CON COMAN. Deschamps ha cercato di alzare il livello della pericolosità del suo attacco dopo un’ora di partita, mentre la Francia aveva conquistato altri metri in avanti. Ha messo Coman al posto di Payet e con l’attaccante del Bayern sono nate le occasioni più pericolose. La prima per Griezmann: sul cross, il cannoniere dei Bleus ha preso bene il tempo a Guerreiro, ma il suo colpo di testa è uscito. Era un gol sbagliato. La seconda per Giroud, altra parata di Rui Patricio. Già chiara in avvìo e ancora di più dopo l’uscita di Ronaldo, adesso la partita sembrava non spostarsi più: palla alla Francia, difesa e un minimo di gestione del Portogallo. Ma Santos ha piazzato due mosse a sorpresa. Per migliorare proprio la gestione del suo poco gioco, ha messo Moutinho al posto di Adrien Silva. Poi ha fatto di più, quando ha fatto entrare un centravanti, Eder. Era la mossa che rivelava la voglia di tentare il colpo nel finale, di sovvertire il pronostico e l’andamento della partita. Con un cross malandrino di Nani e una rovesciata di Quaresma, anche Lloris ha dovuto parare. Ma la sorpresa, nel finale, stava per farla Gignac, che in area piccola si è liberato di Pepe: stavolta Rui Patricio era battuto, ma la palla ha sbattuto sul palo. Ai supplementari, traversa del Portogallo con una punizione di Guerreiro, solo che il tocco di mano non era di Koscielny ma di Eder. Che aveva già cominciato a farsi vedere, colpo di testa e brivido per Lloris. Poi, al momento giusto, ha fatto una cosa pazzesca, è partito dalla trequarti, ha saltato di forza Koscielny e ha piantato un siluro nell’angolo con un destro di una precisione incredibile. Ronaldo continuava a piangere, ma stavolta di felicità.” Questo quanto riporta l’edizione odierna del “Corriere dello Sport”.