Corriere dello Sport: “La Fifa ferma Paratici e la Uefa mette fretta. Juventus, alto il rischio di esclusione dalla coppe europee”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Juventus e il rischio esclusione dalle coppe europee.

È un terremoto giudiziario e le scosse proseguiranno a lungo. Mettiamola così, in termini calcistici: il processo alla Vecchia Signora andrà ben oltre i recuperi extra-large, i supplementari, la lunga sequenza dei rigori e persino le eventuali polemiche post partita. Nella migliore delle ipotesi sentiremo parlare di “caso Juve” almeno fino alla fine dell’anno, raccontandone gli strascichi pure nel 2024. Mesi di indagini, sentenze, ricorsi, appelli, pareri legali, carte segrete e vizi procedurali veri o presunti: un calvario che, inevitabilmente, avrà il suo peso pure sui risultati sportivi della squadra di Allegri, in piena rincorsa per l’Europa.

Dovendo inserire i vari passaggi in una sorta di linea del tempo, la Juve riceverà prima il deferimento per la manovra stipendi, poi tornerà in aula il 19 aprile per chiudere il caso plusvalenze nel terzo grado (sperando di riavere i 15 punti), in seguito si presenterà al tribunale federale (entro fine aprile) per il primo grado del nuovo filone, quello degli stipendi ma anche delle fatturazioni agli agenti che secondo gli inquirenti sono state gonfiate. Superati questi scogli, con la speranza di non uscirne con le ossa rotte (tradotto: 30-40 punti di penalizzazione sommando plusvalenze e stipendi), i legali Bellacosa, Sangiorgio, Clarizia e Paolantonio si concentreranno sull’udienza preliminare davanti al Gup, rinviata al 10 maggio. Ogni penalizzazione nello sport, dice il codice, dev’essere “afflittiva”.

E visti i tempi, la Juve la sconterebbe già in questo campionato. C’è poi l’ultima questione: le partnership con le “consorelle”. Sei diverse procure (Bologna, Genova, Cagliari, Bergamo, Udine e Modena) a fine febbraio hanno richiesto le carte a Torino e stanno indagando sulle operazioni tra la Juve e le squadre dei loro territori di competenza. Può uscir fuori tutto, come niente. Così Chiné, come abbiamo anticipato ieri, ha deciso di non utilizzare questa parte dell’inchiesta Prisma nel deferimento dei prossimi giorni. Una decisione importante: il deferimento si concentrerà solo su stipendi e agenti e ci sarà quindi un altro processo (a indagini delle procure concluse) che potrebbe coinvolgere i bianconeri insieme ad altre società mai giudicate fin qui. È il terzo processo, che azzardando un cronoprogramma potrebbe tenersi alla fine del 2023, per sconfinare nel 2024 tra sentenze e ricorsi. La giustizia sportiva è rapida («tempestività» è la parola d’ordine) ma vanno percorse tante vie e la Juve promette di andare fino in fondo, considerandosi vittima di un sistema che cercherebbe solo un capro espiatorio.

MANOVRE. «Le plusvalenze in confronto sono niente» si sussurra in ambienti federali riguardo ciò che attende il club bianconero. Si chiama “manovra stipendi e manovra agenti” il nuovo fascicolo che oggi il procuratore federale Giuseppe Chiné ultimerà dal punto di vista formale, facendo partire ufficialmente l’avviso di chiusura indagini all’inizio della settimana. Tra lunedì e martedì gli avvocati bianconeri riceveranno il documento via pec, a chiusura dei 60 giorni di proroga (40+20) ottenuti con il placet della procura generale dello sport. La Juventus dovrà difendersi, ancora. E stavolta dovrà respingere accuse ancora più circoscritte rispetto al caso plusvalenze dove, in due diversi gradi di giudizio, non è stato possibile definire il reale valore delle operazioni finite sotto indagine ma è stato altresì riconosciuto – a fine gennaio 2023, nel processo di revocazione – un «sistema volto a eludere le norme» come l’ha definito la Corte d’Appello. I componenti della Corte si sono detti «scandalizzati» per ciò che hanno trovato nelle 14 mila pagine dell’inchiesta Prisma, mentre la Juve considera la decisione totalmente infondata. Anche qui, non è stata scitta l’ultima parola: spetterà al Collegio di Garanzia pronunciarsi in modo definitivo, il 19 aprile. Al Coni, davanti a un giudice di legittimità (la presidente Palmieri Sandulli nominerà a breve il collegio, che presiederà a sezioni unite), la Juve è pronta a ribaltare quel -15. Il ricorso depositato è fatto di 100 pagine e oltre alla forma approfondisce la sostanza della stangata, contestando 9 punti tra cui la violazione del “thema decidendum”, il fatto che l’illecito non sia previsto dal regolamento, la sproporzionalità della sanzione e le motivazioni scarne.

Squalificati in tutto il mondo. Da ieri gli ex dirigenti della Juve – ma anche Cherubini, ancora in bianconero – sono inibiti a livello internazionale e non più soltanto in Italia. La Corte d’Appello della Figc, lo scorso 20 gennaio, li ha fermati per il caso plusvalenze. Fabio Paratici, ad esempio, non potrà rappresentare il Tottenham nelle sedi istituzionali, sul terreno di gioco, negli spogliatoi e in occasione delle partite, visti i 2 anni e mezzo di stop (30 mesi). Di conseguenza, rischia il posto di lavoro da direttore sportivo del club inglese, anche se ieri il Tottenham ha fatto sapere – tramite una nota ufficiale – di aver chiesto alla commissione disciplinare della Fifa dei «chiarimenti urgenti» visto che la decisione è stata « assunta senza preavviso a nessuna delle parti coinvolte ». Da quando sono note le motivazioni della sentenza della Corte, la Figc ha trasmesso alla federazione internazionale tutti gli atti del processo. Ma la burocrazia di Zurigo ha rallentato l’iter. Le squalifiche in Italia di Paratici, ma anche di Agnelli e Arrivabene (24 mesi), Cherubini (16 mesi), Nedved, Vellano, Garimberti, Grazioli, Venier, Arrivabene, Hughes, Marilungo, Roncaglio (8 mesi) sono state immediatamente effettive nel nostro Paese, mentre da ieri lo sono anche negli altri Stati. Soltanto il Collegio di Garanzia presso il Coni, il prossimo 19 aprile, potrebbe spazzare via le squalifiche nel caso in cui la sentenza della Corte venisse totalmente annullata. Le inibizioni si sospendono fino a nuovo pronunciamento anche nel caso in cui dall’organo di giustizia arrivasse un annullamento del -15 con rinvio per nuova sentenza.

UEFA. Nel frattempo, la Uefa mette fretta. Nyon aspetta di capire l’esito della “partita italiana” e nel caso in cui la penalizzazione venisse confermata in terzo grado, potrebbe scattare una squalifica dalle coppe per la prossima stagione, rendendo vani gli sforzi attuali della squadra di Allegri.