Corriere dello Sport: “Gravina consola gli arbitri: «Io e voi sotto attacco»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma su Gabriele Gravina che si è espresso sugli arbitri sotto attacco.

Sotto attacco. Personale. E non solo dall’esterno, ma dall’interno. Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha accomunato il suo personale momento con quello che stanno vivendo gli arbitri italiani. Sotto attacco, anche loro e anche loro dal proprio interno, nella corsa matta e disperatissima alla poltrona di presidente dell’Aia. Un momento particolare, mezz’ora di faccia a faccia, lui e gli arbitri, a Roma. Per dimostrare vicinanza, per sostenere un gruppo che deve essere, ora più che mai, compatto. «Non permetterò a nessuno di calpestare la dignità umana degli arbitri» ha detto Gravina al gruppo arbitrale della CAN (mancavano Pairetto, Ferrieri Caputi e Marcenaro impegnati con la Uefa, Piccinini e Volpi a Cirpo, Zufferli e Abisso indispinibili, in bocca al lupo ad entrambi).

FORZA. Gravina è arrivato poco prima dell’inizio del pranzo (per gli arbitri la scaletta prevedeva l’arrivo entro le 12 e mezz’ora dopo tutti a tavola, con il vestito delle grandi cerimonie), accompagnato dal direttore generale, Brunelli, e dall’avvocato federale Viglione. A fare gli onori di casa, il presidente dell’AIA, Pacifici, e il designatore Rocchi. Un lunch veloce, prima di sedersi tutti nel salone al piano interrato dell’hotel Parco de Principi. «Siete la nostra eccellenza, la Federcalcio è al vostro fianco. Capisco il vostro momento, fa male subire attacchi dall’esterno, ma in questo caso purtroppo si è abituati. Meno quando arrivano dall’interno. Attacchi da ignoti, che ignoti non sono. AIA e Figc mai come in questo momento hanno bisogno di essere squadra, fate squadra fra voi». Un’affermazione che non è stata casuale, la lettura che si può dare è che sia riferita a chi, del gruppo, parlando magari senza farsi riconoscere crea solo danni all’intero gruppo. Forse anche per questo motivo, a fine riunione, Orsato ha voluto chiedere un colloquio “privato”con Gravina (insieme agli internazionali), in un’altra stanza, cosa che non ha fatto piacere a molti (non il massimo come uscita, in effetti)».

TRATTAMENTO FUTURO. Gravina è tornato anche sul progetto TFA (Trattamento di Fine Arbitraggio) che la Federcalcio sta studiando per l’immediato futuro, legato a determinate condizioni, come magari andare in giro per due anni post-dismissioni a insegnare arbitraggio o a fare scouting in giro per l’Italia. Perché le eccellenze non devono essere disperse, «lo siamo a livello internazionale, nelle prossime gare avremo tre arbitri italiani che arbitreranno gli ottavi di finale nelle coppe, stanno occupando una percentuale importante oltre il 15% di presenze nelle gare internazionali, siamo al primo posto». Sulla violenza contro gli arbitri, soprattutto nei campionati giovanili (il responsabile della Commissione per il contrasto alla violenza è l’ex presidente Alfredo Trentalange, sarebbe interessante sapere quanto hanno inciso gli ultimi accadimenti, compresa l’inchiesta de Le Iene, sul fenomeno), Gravina ha sottolineato come ci sia la necessità di «ricominciare con le vecchie applicazioni del codice della giustizia sportiva perché l’arbitro merita rispetto, la dignità dell’uomo, non solo dell’arbitro. Merita rispetto, rispetto che nelle ultime ore avvertiamo il bisogno di rivendicare. Se si colpisce un arbitro si colpisce tutto il sistema italiano. Ora cambiamo l’AIA, politicamente più che tecnicamente». Lo avranno capito tutti?