Corriere dello Sport: “Energia Szyminski: «Palermo, tocca a te»”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha realizzato un’intervista a Szyminski. Ecco tutte le parole del polacco:
“Przemyslaw Szyminski, un anno dopo. Il 30 luglio 2017 a Gdynia, 550 km da Katowice dove è nato, alla terza di campionato, venne sostituito, a fine primo tempo, perché il giorno dopo doveva presentarsi per le visite mediche a Palermo. Strano modo di salutare partita, compagni e tifosi per un ragazzo che aveva bruciato le tappe e conquistato da poco la A del suo paese. «Un salto prodigioso dalla C alla A. Dal Rozwoj Katowice al Wisla Plock. Mi ha spinto la stessa ambizione di altri giocatori di una generazione, quella del ’94, ricca di talenti, come Milik o Zielinski. Con Milik ci siamo conosciuti da bambini, scuola calcio e dieci anni a fantasticare insieme. Sì, siamo amici, ci sentiamo spesso».
L’emozione dell’arrivo in italia, palermo, il debutto, la a sfuggita all’ultimo. «Una stagione importante per la mia carriera. Mi sono adattato al calcio italiano e ho scoperto una città bellissima come Palermo. Purtroppo non siamo riusciti a centrare l’obiettivo. Non c’è tempo per piangersi addosso, bisogna voltare subito pagina».
Suo padre, ex calciatore e allenatore, è critico severo. «Vero. È stato il mio “mister” e mi ha regalato passione e stimoli. L’eredità? Una frase: “Non si smette mai di imparare”. È anche il mio primo tifoso, mi spinge a migliorarmi in continuazione dandomi consigli di calcio e di vita».
Cosa prende del calcio italiano e cosa non le è piaciuto? «Il calcio italiano è famoso, il livello tecnico della B è più alto rispetto ad altre nazioni. Si cura molto la fase difensiva e per uno con le mie caratteristiche è come andare a scuola ogni giorno. Non mi è piaciuto il poco fair play della finale play off a Frosinone. Le immagini, che hanno fatto il giro del mondo, parlano da sole commenti».
I polacchi rivelazione della stagione. sembra che Dawidowicz si sia riavvicinato? e Murawski capitano come lo vede? «Pawel è un bravo ragazzo ed un ottimo giocatore, dovesse tornare mi farebbe piacere. Murawski è un amico, per lui ci sono tanti capitani in questa squadra. Sono d’accordo. La forza del gruppo è più importante di una fascia al braccio».
Ritrova Tedino. Cosa è cambiato in lui e cosa in lei? «Il mister, come tutti noi, ha voglia di riscatto. Noi, dopo la delusione della finale abbiamo ancora più rabbia dentro e personalmente non vedo l’ora che il campionato s’inizi».
La serie a è d’obbligo per una città come palermo. «Non può essere un peso insostenibile, abbiamo consapevolezza dell’importanza di questa piazza. E’ un obiettivo da raggiungere e vale per noi, squadra, società, e per i nostri tifosi. Cosa ci vuole per andare in A oltre alla fortuna? Umiltà, sacrificio, unione».
Tedino riparte dalla difesa a quattro: più possibilità per lei? «Non voglio fare proclami dicendo “sarà il mio anno”. Posso soltanto promettere, prima di tutti a me stesso, che darò sempre il massimo. Credo di avere l’età giusta per migliorarmi sia dal punto di fisico che tecnico e tattico. Il posto va conquistato a prescindere dal modulo. Posso esprimermi senza problemi nella difesa a quattro o a tre».
Szyminski si definisce un soldato che studia per diventare generale. Vuole cambiare opinione? «No, ogni obiettivo va raggiunto passo dopo passo, nel calcio e nella vita. L’importante è andare sempre avanti e se si cade bisogna rialzarsi subito, come fanno i soldati».
Ventotto presenze il primo anno sono poche o molte? e un gol in rosa quando lo farà? «E’ solo un numero, ugualmente un buon risultato proprio perché all’esordio. Ho fatto esperienza ed è quello che conta, posso e debbo crescere. Il gol non è un pensiero fisso, non mi hanno acquistato per questo. Quando arriverà… ne parleremo»”.
