Corriere dello Sport: “Djokovic: «E ora buon Open a tutti»”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla situazione di Djokovic.

Novak Djokovic ha lasciato l’Australia. È ripartito ieri con un volo Emirates per Dubai, decollato alle 22.30. Undici giorni prima, quasi alla stessa ora, atterrava a Melbourne convinto di poter disputare l’Australian Open senza doversi mettere in quarantena grazie a un’esenzione medica. Secondo Alex Hawke, ministro per l’immigrazione che aveva deciso di esercitare il suo potere personale consentito dal Migration Act del 1958 per chiedere l’espulsione del numero 1 del mondo. Giusto o sbagliato che sia, ha affermato il legale del Governo Stephen Lloyd durante l’udienza, «molti lo considerano un sostenitore di punti di vista contrari ai vaccini».

Dunque, la sua presenza in Australia, visti il suo prestigio e la sua influenza, avrebbe potuto stimolare un consenso maggiore verso le tesi anti-vacciniste e incoraggiare le persone, ha concluso Lloyd, «a emulare la sua apparente noncuranza verso i protocolli di sicurezza». Il chiaro riferimento è all’intervista con annesso servizio fotografico che Djokovic ha effettuato a Belgrado il 18 dicembre per il quotidiano francese L’Equipe pur sapendo di essere risultato positivo due giorni prima. Gli avvocati di Djokovic hanno contestato la tesi. Ma come ha spiegato il presidente della Corte James Allsop illustrando la sentenza, «decidere sul merito o sul buon senso della decisione del ministro Hawke non rientra nella funzione del tribunale. Abbiamo solo dovuto verificare se tale decisione, nei tre campi individuati dai legali di Djokovic, rientrasse nei termini di legge». Termini che consentono possibilità di intervento molto vaste di fronte a minacce effettive o anche solo potenziali all’ordine pubblico, alla salute, alla sicurezza.