Corriere dello Sport: “Destro cerca il gol per tornare a vivere, Bologna-Palermo è la sfida tra il rossoblù e Nestorovski”

“E’ la dura legge del gol. Bologna-Palermo, Destro vs Nestorovski. Se ci sono, si sente. Se non ci sono, si sente pure di più. Il Destro che in questi giorni si sottopone a razione doppia di allenamenti come un soldato semplice alle grandi manovre ha segnato finora tre gol. Crotone, 1-0 della vittoria. Gol del raddoppio contro la Sampdoria. E momentaneo vantaggio a San Siro, con l’Inter. Punti in cassetta: 7. Più della metà di quelli conquistati dal Bologna (13). Destro incide sulle reti realizzate dai rossoblù per il 27%. E Nestorovski? Nestocoso, come lo prendevano in giro all’inizio dell’estate, quando si presentò in ritiro, di gol ne ha fatti sei. Incide per il 67%. Sei gol su nove timbrati dai rosanero li ha fatti lui. Come si dice «El segna semper lu» in macedone? Gol pesanti, tra l’altro. I primi tre (Crotone, Atalanta e Sampdoria) hanno significato 5 punti (il Palermo complessivamente ne ha fatti sei: capito quanto pesa il macedone?). UGUALI E DIVERSI Hanno più o meno la stessa età, Destro è più giovane di un anno, vengono da percorsi professionali diversi, per Nestorovski questo è il primo anno di A, ma in gol li hanno sempre fatti. Destro è un centravanti puro, armonico nei movimenti, vive per il gol ma – quando è in palla – aiuta la squadra, più raramente si assenta e capita sempre quando non è sostenuto da una condizione fisica decente. Donadoni l’ha paragonato – non senza prendersi qualche rischio – ai più grandi centravanti con cui ha giocato (giusto per ricordarli, il parterre de roi va da Van Basten a Vialli fino a Papin) e sicuramente l’affermazione del tecnico nasconde da un lato la consapevolezza per le grandi doti di cui dispone Mattia, dall’altra l’amarezza per non averle ancora viste, quelle doti. Nestorovski è, per certi versi, un bomber antico, di quelli che sonnecchiano per tutta la partita, girovagano per il campo senza incidere più di tanto (ebbene sì, capita anche in questi tempi moderni) e poi però, quando mettono l’unghia dentro l’area di rigore, si trasformano, diventano implacabili, giustizieri del gol che appena hanno un’occasione la sfruttano. Il Bologna aspetta Destro, così come il Palermo sa che se Nestorovski non farà il suo mestiere, diventerà difficile interrompere una striscia negativa che dura ormai da cinque partite (chiuse con cinque sconfitte). Destro segna con il destro, e non potrebbe essere altrimenti, Nestorovski con il sinistro (così ha vinto tre coppe di capocannoniere in Macedonia), Destro ha già perso cinque partite per infortunio, Nestorovski dopo gli impacci iniziali (nelle prime tre partite avrà toccato sì e no dieci palloni) si è sbloccato e De Zerbi non l’ha più tolto di squadra. Ma la differenza sostanziale tra i due riguarda il fatto che Nestorovski è un attaccante in ascesa, tra le sorprese di questi primi due mesi e mezzo di campionato. Lo vuole mezza Europa, il Siviglia ha già fatto un’offerta, Zamparini fa il suo gioco ed espone il gioiello in una vetrina – quella di Palermo – dove sono già passati, per dire, due come Cavani e Pastore. Diverso il discorso che riguarda Destro. Il suo trasferimento a Bologna, l’anno scorso, era stata una scelta ben precisa che sembrava dovesse preludere ad un nuovo inizio dopo i due anni e mezzo alla Roma e i sei mesi anonimi al Milan. Destro aveva deciso di rimettersi in gioco scendendo di un gradino nella scala gerarchica dei club italiani, dalla prima alla seconda fascia. Dicono che spesso si faccia un passo indietro solo per prendere la rincorsa e ripartire più forti di prima, ma finora – per Destro – non è stato così. Il salto di qualità non l’ha ancora fatto. La sfida con il Palermo – anche per lui – è una nuova partenza. Lui e Nestorovski si nutrono di gol. Il macedone sta mangiando con una certa frequenza, Destro ha segnato l’ultimo gol il 25 settembre, contro l’Inter. Quasi due mesi fa, per lo più passati in infermeria. Uscito da lì, Destro ha ritrovato il campo, ora è pronto per il gol.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport”.