Corriere dello Sport: “Brignoli si tuffa «Il Palermo sarà la mia occasione»”

“È l’uomo degli eccessi. Nel bene e nel male. Alberto Brignoli esplode a Terni; prende una squalifica di sette giornate in un Ternana-Bari; viene nominato miglior portiere della B; passa alla Juventus e non gioca mai, quando debutta in A con la Samp nell’ultima giornata incassa 5 gol proprio dai bianconeri; poi vola in Spagna nel Leganes, sostituisce Serantes contro l’Espanyol e ne prende 3 in 60 minuti; si trasferisce al Perugia, rivale storico della Ternana, e torna protagonista; nuovamente in A, commette una papera con il Sassuolo e due settimane dopo scrive la storia del Benevento segnando un gol di testa, in pieno recupero e firmando il primo punto in Serie A della sua squadra. Un gol, come Rampulla e Taibi, due siciliani.
LA VITA COME SFIDA. Si è perso qualche passaggio. «Sono un portiere venuto dal niente, ho frequentato ogni categoria, sempre in un percorso a crescere. Prima di arrivare alla Samp, alle spalle di Viviano, avevo duecento partite tra C e B. In Spagna, non mi è stata data l’opportunità di mettermi in mostra. A Perugia ho accettato la sfida, perché il brivido mi piace, e penso di averla vinta, tanto che mi ha lasciato un ricordo eccezionale. A Benevento? Quando sei ultimo, sia che fai bene o male, se prendi tre gol e collezioni quattordici sconfitte consecutive, non puoi passare per il migliore in campo. Qualcosa di me è comunque è rimasto, anche se ho dovuto dividere il posto con Belec e Puggioni».
IL GOL, LA STORIA. «A Benevento non andavo come l’allenatore si aspettava. Viaggiavo col freno a mano tirato, ho chiesto a me stesso di più e mi sono ritrovato con qualcosa in meno. Segnare gol per un portiere è qualcosa di anormale. In assoluto preferisco non prenderli. In una situazione disperata, si è enfatizzato tutto: il primo punto, col Milan all’esordio di Gattuso, il mio tuffo vincente. Se vuoi emergere, non puoi permetterti l’anonima
to. Il segreto? Preferisco sbagliare rischiando, che senza provare: il mio modo di essere sin dalla scuola elementare».
DA ALBERTO AD ALBERTO. «Far parte della Juventus, è stato il coronamento di un sogno. Per giocare, devi essere tra i migliori al mondo e io non lo sono. Nella mia testa ho sempre coltivato la speranza, però dopo tre anni sono felicissimo di trovarmi a Palermo, in una piazza con un grandi stimoli e obbligato a vincere, questo è sentirsi vivo». Da Alberto ad Alberto con dieci anni di differenza. E non senza polemiche per il fatto che Pomini è stato restituito al ruolo di chioccia, nelle gerarchie di Zamparini. «Con gli altri portieri è un piacere stare insieme. Ho trovato ragazzi leali e bravi. Per me una spinta in più. Pomini ha disputato una stagione importante ed è un professionista serio, non posso che parlarne bene. Alastra è forte, un giovane che ha già esperienza. Marson, la mascotte, il più piccolo, ma assai promettente. A volte, quando siamo stanchi, tira un po’ la mandria. Inoltre, Sicignano ha sempre la parola giusta e ci fa lavorare col sorriso».
SCELTA SPONTANEA. «Belotti abita a 5 km dal mio paese, mi ha parlato in maniera speciale di Palermo, ma non ci volevano incentivi. La scelta è stata naturale. Lo stesso con Viviano, con cui ho un buon rapporto extra calcistico; mentre Sorrentino, con lui ho scambiato qualche frase sui social, l’ho conosciuto in campo ed è persona eccezionale. Tutti hanno apprezzato la mia decisione. La pressione di Palermo è scontata e dovuta all’esigenza di vincere. La sfida più grande. Per tornare in A». Oggi, il debutto. «È il mio primo Palermo. L’emozione c’è sempre anche se si tratta di un’amichevole»”.

Questo quanto scrive l’edizione odierna de il “Corriere dello Sport” in merito alla presentazione del nuovo estremo difensore del Palermo, Alberto Brignoli, presentato ufficialmente ieri.