Corriere dello Sport: “800 milioni, la voragine del calcio. Venerdì le leghe chiederanno aiuto al governo. Senza aiuti sostanziali, i club rischiano grosso”

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” si sofferma sulla crisi economica del calcio italiano. Nella peggiore delle ipotesi andranno in fumo circa 700-800 milioni, considerando che mancano i soldi da riscuotere dai vari broadcast televisivi garantiti, altrimenti la cifra avrebbe superato il miliardo. Le ipotesi contemplate sono due… e mezzo: le principali sono che si torni a giocare e si concluda la stagione (anche se in ritardo) oppure che il 201920 non venga terminato. All’interno della prima c’è anche la variante di poter giocare una parte degli incontri con il pubblico (e dunque con incassi dai biglietti), anche se questa sembra una prospettiva al momento assai lontana (ci sono club che temono ritorni negativi anche per il 2020-21, convinti che le abitudini degli italiani cambieranno). Ci sarà una certa differenza di perdite tra i due scenari. Il documento prevede priorità sul tema dell’emergenza da sottoporre in tempi stretti all’esecutivo (4 punti) e altre proposte (ulteriori 2 punti) da presentare in un secondo momento nell’auspicata fase di ripartenza. Di queste ultime fanno parte la riforma della legge Melandri e quella della legge sugli stadi. Di stringente attualità invece sono le altre richieste: il primo problema è quello della liquidità dei club, che senza gli incassi del botteghino si trovano privi di soldi. Come aumentare la liquidità? Attraverso una sospensione degli interessi passivi, un mantenimento da parte delle banche dei fidi, ma soprattutto con la creazione di fondi speciali per gestire le esigenze di cassa. Reintroducendo la possibilità di firmare contratti con aziende di betting ci sarebbe un’ulteriore spinta. E poi c’è tutta una serie di misure fi scali come il pagamento differito dei contributi, una maggiore deducibilità e l’applicazione di norme ad hoc in campo contabile e tributario. Previsto anche il riallineamento della scadenza dell’art. 85 delle Noif (ovvero gli adempimenti Covisoc per i club) e l’adeguamento degli adempimenti delle iscrizioni ai campionati: saranno spostate più in là nel tempo. Infi ne, ma certo non ultimo come importanza, il tema del risparmio sugli stipendi dei calciatori, un argomento che viene analizzato con l’Aic, ma che verrà accennato anche al governo. Perché magari potrebbe essere necessario un aiuto come quello che i governi di Francia e Belgio hanno fatto per altre categorie di lavoratori nel presente e nel passato. Saranno applicabili anche al calcio? Curiosità finale: le società chiederanno al governo di poter tornare a curare i propri campi, sia gli stadi sia i centri tecnici visto che al momento il lavoro dei giardinieri è vietato dal Dpcm e il rischio di ritrovarsi con manti erbosi non all’altezza è alto.