Coronavirus, Speranza: “Ridurre al minimo i contatti o il Sistema sanitario non reggerà”

“Se non invertiamo la curva” dei contagi “il nostro servizio sanitario nazionale andrà in crisi e quindi non possiamo stare qui a dire che tra qualche settimana sarà tutto a posto, se non parte un messaggio molto forte nel contempo ai cittadini di responsabilità con l’utilizzo della mascherina, il lavaggio delle mani, la distanza. Dobbiamo ridurre drasticamente le relazioni sociali”. Lo dice il ministro della Salute, Roberto Sperando, a ‘Mezz’ora in più” su Raitre.

“In realtà non è scritto nel cielo quello che avverrà nelle prossime giornate. Non ci sono tabelle excel che ci dicono esattamente dove si va a finire” con la curva dei contagi, dice ancora Speranza su Raitre, quando gli viene chiesto se a Natale potrebbero allentarsi le misure per feste più serene. “Noi sappiamo- spiega il ministro- che le misure che stiamo mettendo in campo, soprattutto nelle zone rosse produrranno sicuramente degli effetti di abbassamento del contagio. Però c’è una variante decisiva che è il comportamento delle persone. Questo comportamento è quello che può veramente cambiare le cose. Io in questo momento vedo ancora una consapevolezza che non è all’altezza del problema che stiamo vivendo. Ci sono le ordinanze dei ministri, dei presidenti di Regione, il lavoro prezioso e straordinario dei sindaci. Ma alla fine, quello che ha fatto la differenza nel mese di marzo e aprile è sempre il comportamento individuale. Noi abbiamo bisogno che tra le persone torni lo spirito di consapevolezza di marzo. Il virus circola dappertutto, stare in zona gialla non significa stare in zona verde o in un posto sicuro. Le difficoltà – conclude- ci sono in tutti i territori”.

“Io sono il ministro della Salute e non ho paura di firmare. Ho firmato ordinanze pesanti e sono pronto ancora a firmare se sarà utile per il Paese. È un lavoro nobile, non è un lavoro sporco”. Sempre sulle ordinanze anti-covid, Speranza prosegue: “Io firmo a nome del Governo sulla base di un decreto del presidente del Consiglio e in sintonia non solo con il premier ma con tutti i ministri. Non è una firma a titolo personale, è una firma di tutto il Governo“, dice ancora Speranza.

Spiega ancora il ministro: “In queste ore sta passando l’idea che mettere delle restrizioni a delle realtà territoriali significa fare un lavoro sporco, significa fare qualcosa di brutto, assumersi una pesante responsabilità. Io invece credo che dobbiamo rovesciare questo paradigma e questa idea: attuare una misura in un territorio che è in difficoltà significa fare la cosa giusta per la vita dei cittadini, salvare la vita delle persone, ridurre i contagi e aiutare i medici. Io non penso che sia un lavoro sporco firmare un ordinanza che impone delle restrizioni, io credo che sia un lavoro nobilissimo come quello di rispettare il mandato della nostra Costituzione che dice che bisogna tutelare il diritto alla salute come diritto fondamentale”. Il ministro alla Salute conclude: “Se verifico su un territorio, sulla base di dati scientifici ed epidemiologici certi, che c’è un rischio o un pericolo, io non ho paura di firmare un’ordinanza”.