Coronavirus, l’infermiera Sara Oddo da Palermo a Cremona: “Sono partita per dare il mio contributo. Restate a casa e ne usciremo molto prima”

Sara Oddo, giovane palermitana neo laureata in infermieristica, impegnata in prima linea ad affrontare l’emergenza Coronavirus presso l’ospedale Maggiore di Cremona, è intervenuta ai nostri microfoni parlando delle motivazioni che l’hanno spinta a partire dalla Sicilia per raggiungere la regione più colpita dai contagi da Covid-19. Di seguito le sue parole:

Cosa ti ha spinto a partire per Cremona?

«In Sicilia, da quando mi sono laureata ad ottobre dello scorso anno, non ho ricevuto offerte di lavoro concrete, né da parte di cliniche o RSA. L’ASP di Palermo aveva indetto alcuni bandi ma con pochissimi posti a disposizione e con titoli preferenziali superiori ai miei. Ho deciso di partire per Cremona, innanzitutto perché vedendo la situazione di profonda emergenza che c’era a Codogno, volevo capire come potere dare il mio contributo negli ospedali della zona. In secondo luogo sono stata spinta dall’esigenza di lavorare per diventare autonoma economicamente. A Cremona mi trovo benissimo. La città funziona molto bene. Nonostante i trasporti pubblici siano bloccati, è possibile muoversi comodamente in bicicletta. Per quanto riguarda l’alloggio, ho avuto parecchia difficoltà a trovarlo, in quanto nelle regioni del Nord è quasi impossibile trovare un alloggio per un periodo inferiore ai sei mesi. L’ospedale mi ha aiutata, consigliandomi un ostello gestito egregiamente da alcune suore, le quali mi aiutano il più possibile».

Vedi i cittadini seguire scrupolosamente le regole o qualcuno tende a raggirarle? 

«I Cremonesi seguono attentamente le regole, anche per paura di essere contagiati dal virus, in pochissimi provano a raggirarle. Quando esco, durante il mio giorno di riposo, vedo gente solo nelle farmacie e nei supermercati. I clienti attendono in coda anche all’esterno, tutti con le mascherine e a debita distanza l’uno dall’altro. In alcuni supermercati sono presenti code preferenziali per gli operatori sanitari».

Hai già pensato al tuo futuro al termine dell’emergenza?

«Penso di rimanere qui al Nord perché ci sono più agevolazioni e abbiamo maggiori strumenti di protezione, necessari per lavorare in alcuni reparti».

Quale messaggio vorresti mandare ai tuoi concittadini?

«Cercate di mantenere un comportamento corretto quando uscite di casa. So che alcuni palermitani sono restii a seguire i divieti imposti, in questo caso particolare bisogna preoccuparsi, senza però generare situazioni di panico. È necessario rimanere in casa il più possibile perché, specialmente in Sicilia, i posti letto sono assai limitati, quindi se vi ammalate rischiate di non trovare posto negli ospedali. Molti continuano a pensare che venga contagiato solo chi ha malattie pregresse. Ciò non è affatto vero. Tutti potenzialmente possono contrarre il virus. È giusto che continuiate a manifestare la vostra solidarietà attraverso finestre e balconi, ma l’aiuto più importante ce lo date rimanendo nelle vostre case. Fino a quando si sente parlare del virus attraverso telegiornali e interviste, non si riesce a comprendere l’esatta gravità della situazione in cui ci troviamo. Palermitani, siciliani rimanete a casa. Così facendo torneremo prima alla normalità. Probabilmente con delle accortezze superiori ma torneremo ad uscire e vivere la nostra vita».