Colantuono: «Cavani al Palermo non era ben strutturato. Vi dico cosa mi chiedeva…»

Foto Omega/Marcello PaternostroCalcio Serie A - Partita amichevole: Palermo - Real SaragozzaPalermo 19 - 08 - 2007nella foto: - Foto Omega/Marcello PaternostroCalcio Serie A - Partita amichevole: Palermo - Real SaragozzaPalermo 19 - 08 - 2007nella foto:Colantuono - Fotografo: paternostro

L’ex rosanero Stefano Colantuono riparte dalla Sambenedettese. Reduce da un’esperienza come direttore tecnico nella squadra in cui ha chiuso la carriera da calciatore e iniziato quella da coach.

Il tecnico ha rilasciato un’intervista parlando della sua nuova avventura, ma non solo, ripercorrendo alcune tappe della sua carriera, tra cui quella al Palermo nel quale ha avuto a che fare con giocatori del calibro di Cavani e Miccoli. Ecco alcuni estratti dell’intervista a Colantuono riportata da “GranHotelCalciomercato”:

«Sambenedettese? Ho accettato questa proposta che mi sembrava molto interessante anche perché sarei andato a ricoprire un ruolo nuovo per me. Alla Samb non si può dire di no. Ho scelto però di stare un po’più defilato perché qui ci vivo e mi sembrava la cosa più giusta. Con l’allenatore Zironelli ho avuto un bellissimo rapporto e stavamo costruendo qualcosa. Io e il direttore sportivo siamo stati sollevati dall’incarico dopo tre mesi perché avevamo idee differenti sulle strategie da adottare. Ci sta nel calcio».

«Ho avuto a che fare con presidenti Tosti come Zamparini, Gaucci, Cairo? Anche quando giocavo non mi sono fatto mancare niente. Ho lavorato con Anconetani e Rozzi ma quando sei un calciatore il rapporto è diverso. Erano proprietari ma anche tifosi quindi ti mettevano pressione molto di più rispetto a chi magari è meno presente. Forse proprio per questo ne parlo con nostalgia e ne conservo un dolce ricordo».

«Cavani? Era veramente un ragazzino. Arrivò con Guidolin dal mercato di riparazione, aveva delle qualità ma io e miei collaboratori ci accorgemmo che avrebbe dovuto migliorare dal punto di vista tecnico. Lui mi chiedeva di giocare come attaccante centrale ma io avevo già Miccoli e Amauri e fisicamente ancora non era strutturato per reggere botta. Non sono un pazzo però, uno come lui devi trovare il modo per metterlo in campo. E così provai a farlo partire esterno senza avere troppi compiti difensivi. Anche se ad Edinson questo ruolo non piaceva molto».

Inoltre il tecnico ex Catania e Palermo racconta un retroscena di mercato che riguarda Foschi, Abbiati e i rosanero: «Io sono stato quasi sempre accontentato per i giocatori che ho chiesto e quindi mi ritengo fortunato. Nel mio periodo rosanero però sono andato vicino ad allenare un grande giocatore. Rino Foschi aveva condotto una trattativa capolavoro con il Milan per prendere Christian Abbiati. Facemmo una cena con Galliani e Braida alla quale partecipai anch’io. Era tutto pronto ma poi, come a volte accade, la cosa non si concretizzò».