Cessione Catania, Pagliara: «Nessun braccio di ferro con Finaria. Maggio sarà decisivo»

Fabio Pagliara, intervistato da Unica Sport, ha parlato della trattativa che coinvolge il Comitato e Finaria e che ha per oggetto l’acquisto del Catania. Ecco le sue parole: «Sono in una situazione un po’ complicata ma in miglioramento. Sono uscito dall’ospedale e dal reparto di terapia intensiva, ma sono ancora in uno di quelli che vengono definiti “Covid hotel” e quindi non ancora nella mia abitazione. Sono in isolamento totale, la strada è ancora un po’ lunga e tortuosa, però sto molto meglio. Ogni giorno mi sento un po’ più forte, piano piano va meglio. Si è cercato di operare, da quello che mi hanno raccontato gli avvocati, provando a recepire alcune delle preoccupazioni della controparte. Che sia stata fatta una manifestazione d’interesse che cercasse di essere più in linea con le attese, questo sì. Definirla scritta ‘a quattro mani’ mi sembra un po’ forte e ovviamente non possibile. Credo che il ragionamento comunque, parlando in generale, si stia impostando in maniera non corretta. Non c’è un braccio di ferro tra il Comitato e l’amico Gianluca Astorina: questo tipo di approccio lo ritengo non corretto anche nei confronti dei tifosi e della città. È una normale trattativa all’interno di una situazione complessa. In tutto questo, si dovranno decidere diverse cose: si dovrà capire quella che è la questione più ampia riguardante Finaria e Meridi, come questo possa incidere e se si voglia andare avanti mediante delle manifestazioni di pubblico interesse oppure no. Relegare il fatto ad una disputa fatta di smentite e contro-smentite mi sembra in questo momento poco costruttivo. C’è una proposta, il Catania può dire che questa proposta, per i motivi che loro ritengono opportuni, non è quella giusta o corretta; bisogna poi vedere se ci sono altre richieste e se la proposta del Comitato può essere ulteriormente rimodulata. Se non si trova una soluzione, o tramite il Comitato o tramite altri, si va forse incontro a quella che è la soluzione peggiore. Si rischia di guardare il dito e non la Luna: bisogna mettere in atto tutte le possibilità per salvare la matricola 11.700 e i posti di lavoro. Al di là del Comitato, si deve capire se c’è qualcuno in grado di salvare il Catania».