Catania, il piano Sigi per salvare il club: il fallimento

La Sigi avrebbe un piano per riuscire in qualche modo a salvare il club, ovvero con il fallimento volontario.

Come si legge su “Itasportpress.it” si tratta di uno strumento giuridico che, se tempestivamente attivato, potrebbe salvare il nome, il simbolo e la sua storia. La scelta però è volontaria. Devono essere quei “capitani coraggiosi” di un anno e mezzo fa a ripercorrere, questa volta in senso inverso, le scale del Tribunale di Catania.

Un Fallimento “volontario” consentirebbe in poco tempo – attraverso un asta – la soluzione del problema ed inoltre liberarsi definitivamente di tutti i debiti che rappresentano un peso troppo pesante da sostenere.

Le Norme consentirebbero anche alla Co.Vi.Soc (art. 87 delle NOIF) di convocare il board e non solo del Calcio Catania per esaminare la situazione amministrativa, economica, finanziaria e contabile. Questo poteva avvenire già un minuto dopo aver letto il comunicato del Socio Maugeri. Ma il Calcio ed il suo Governo, si sa, preferisce la scelta politica. Se il Catania non dovesse iscriversi al prossimo campionato potrebbe avere un diretto vantaggio di qualche altra Città che annaspa nei dilettanti oppure qualche Club che per meriti sportivi dovesse retrocedere (vedi il Cosenza con il Chievo escluso). Catania ed i suoi tifosi sono quindi soli, ed artefici del proprio destino. Un destino che si chiama SIGI e che deve decidere in fretta. Saltare la scadenza del 16 ottobre (lunedì 18 per i pagamenti) e non onorare quella del 16 dicembre prossimo sarebbe peggiore di un fallimento. Potrebbe equivalere ad una esclusione. Ed in quel caso l’orgoglio della “matricola” lascerebbe il posto all’indignazione (art. 8 e art. 31 CGS).