Calaiò: «La vedo dura per la ripartenza della B. Ho qualche rimpianto a Napoli e Parma. Ai giovani dico…»

Emanuele Calaiò ha rilasciato una lunga intervista a pianetaserieb.it. Queste alcune sue parole: «La vedo veramente dura  la ripartenza in Serie B perché si fa fatica a riprendere anche il campionato di Serie A. Poi, in Serie B ci sono società piccole che non riescono a sostenere spese importanti, come quelle che servirebbero per rispettare i nuovi protocolli o per trovare un impianto per fare gli allenamenti in sicurezza. Secondo me si può sospendere e far ripartire tutto a Settembre. In questo momento le società non hanno introiti. Quindi, hanno troppe spese da sostenere. Ho nel cuore Napoli, Siena e Parma perchè sono società importanti e in cui sono stato più a lungo. Poi, sono piazze che hanno fatto la storia. Ogni piazza in cui sono stato ho lasciato il segno sia a livello tecnico sia a livello umano. Sono molto contento dell’affetto che provano per me. Anche se ho smesso, quando esco di casa, c’è sempre qualcuno che vuole scambiare due parole o che vuole una foto insieme.

Non ho rimpianti. Sono abbastanza contento della carriera che ho fatto. Ma, ho qualche rammarico: non ho avuto l’opportunità di dimostrare il mio valore in Serie A con la maglia del Napoli e del Parma e non aver giocato in Nazionale maggiore. A Napoli non l’ho potuto fare, o meglio l’ho potuto fare poco perchè Reja preferiva un attaccante con caratteristiche differenti dalle mie. Mentre, a Parma non l’ho potuto fare per la squalifica. E, come ho detto, non ho avuto la fortuna di giocare con la Nazionale maggiore. Oltre alla bravura, nel calcio ci vuole anche tanta fortuna. Quando stavo per essere convocato, mi sono rotto il perone nella stagione più bella della mia carriera, in cui giocavo in massima serie con la maglia del Siena. Il mio consiglio ai giovani è di non smettere mai di sognare, di divertirsi e soprattutto di sacrificarsi. Quando arrivi a una certa età, bisogna divertirsi, ma soprattutto crederci e aver passione. All’età di 15 anni ho deciso di lasciare la mia famiglia. Non è stato facile stare lontano da loro e crescere da solo, ma l’ho fatto perchè sapevo che volevo fare quello. Quando esordisci e segni in Serie A, raccogli i frutti di tutti i sacrifici che hai fatto. Poi, voglio dare un consiglio anche alle società. Devono investire di più sui giovani perchè loro sono il futuro. In Italia ci sono tanti talenti che hanno bisogno di fiducia e di poter dimostrare il loro talento nelle categorie superiori».