Buffon: «Spero di cambiare il mio rapporto con la stampa. Sul futuro…»

Gigi Buffon, portiere della nazionale italiana, ha parlato così in conferenza stampa alla vigilia del match contro l’Argentina: «Futuro? Penso che ognuno si sia fatto una propria idea e sappia qual è la verità. Penso di essere stato molto altruista, spesso ho rinunciato a dei piccoli record personali. Una volta chiarito che non è solo una passerella, perché non mi sarebbe interessata, ma per essere utile, sono venuto con grande entusiasmo. Ho 40 anni ma son pur sempre il portiere della Juventus. Credo di essere stato sempre aggregante. In fondo, sono ancora il portiere della Juventus che non è esattamente una squadra di quinta fascia. Far sorgere una polemica simile dopo che sono 25 anni che indosso la maglia della nazionale, con alterne fortune, per me è un qualcosa di sensazionale. Però sono convinto, essendo una persona indulgente, che fra qualche settimana qualcuno che ha scritto fuori tema scriverà qualcosa per correggersi. Addio? Non so se sarà con la nazionale o con la Juventus. Sarà una serata serena, sobria. Sono entrato nel calcio in Vespa, ne uscirò senza macchina perché ho solo quella aziendale. Dybala? Non dispiace che Sampaoli abbia detto che rischia di rimanere fuori, spero che arrivino all’orecchio di Paulo perché so come reagiscono i campioni in momenti di difficoltà, maggior stimolo non ci può essere per un giocatore del suo calibro. Messi o Ronaldo? Sono due giocatori completamente diversi, Messi è più completo perché parte da lontano, ha delle qualità tecniche e una visione di gioco più da trequartista. Cristiano Ronaldo, vuoi perché ha qualche anno in più, è diventato un killer dell’area di rigore. Rispetto a prima credo gestisca meglio le sue forze. Higuain? Abbiamo un’ottima difesa, ma quando si tratta di Higuain, abbiamo bisogno di una grande prestazione di squadra per limitare lui e gli altri attaccanti argentini. Futuro? Sono molto concentrato su quello che devo fare, questo richiede tanta concentrazione ed energia. Per quello che sarà il futuro, spero di potere dialogare in maniera più serena con la stampa. In 23 anni non ho mai dato una formazione a un giornalista. Se uno dovesse ricoprire un altro incarico, questo tipo di rapporto va ampliato per il bene del calcio».