Brandaleone: “Quelle pagelle dei giornalisti che fanno perdere le staffe ai giocatori. Da Toni a Rigoni…”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta l’editoriale del giornalista Carlo Brandaleone. Ecco quanto riportato: “Domenica scorsa, in occasione della gara vinta contro il Messina, tutti i calciatori rosanero sono andati oltre la sufficienza nelle pagelle assegnate dal Giornale di Sicilia. Ovvero da chi scrive. La cosa ovviamente ci ha fatto molto piacere. Appioppare voti bassi è infatti una cosa che addolora, memori anche dei personali ricordi scolastici e di quanto faceva soffrire una insufficienza. Però, i lettori vogliono raccontate le cose per come sono andate, vogliono le pagelle. I calciatori sono un po’ insofferenti alle valutazioni ma i bei voti piacciono a tutti. Diciamo che le pagelle sono l’unica cosa che leggono nei giornali. Dopo una bocciatura qualcuno ci resta male e reagisce nei modi più diversi.
Nella nostra carriera dunque qualche volta abbiamo dovuto affrontare le rimostranze di calciatori delusi dal nostro giudizio. Fa parte del mestiere. Lo scontro più duro lo abbiamo avuto una ventina di anni fa con l’ex rosa Lugnan, con cui sfiorammo un corpo a corpo in aeroporto a Roma, nel quale avremmo riportato certamente la peggio. Intervennero i suoi compagni per placarlo. Non gli era piaciuto un giudizio espresso in una gara precedente. Ogni calciatore del resto ha il suo stile, in campo e anche fuori dal campo. Una volta perfino Luca Toni, dopo un derby di Messina sotto la pioggia nel quale non aveva fatto benissimo, non fu d’accordo col nostro voto appena sotto la sufficienza. Era abituato a valutazioni altissime. Fece chiamare dal procuratore, però. «Sa, mi disse il suo agente, Luca c’è rimasto un po’ male…». Che dire. Le partite le vedono tutti. Comunque fu garbato. Fu garbato fu anche il centrocampista Luca Rigoni, che chiamò al telefono dicendo: «Penso che lei mi tratti male, non è che per caso ha a cuore un mio compagno di squadra? Da dove vengo io capitava che un giornalista parteggiasse per qualche calciatore». Capii che parlava di Maresca e lo rassicurai dicendogli che non avevo parenti o amici in squadra. Prima regola di un giornalista è quella di non intrattenere rapporti di amicizia con i calciatori. Si perde di credibilità. Ci fu però anche chi non ebbe il coraggio di esporsi e in modo vigliacchetto usò un paio di ragazzi per… protestare. Era la fine del campionato 2008 e in curva, in posizione defilata verso la gradinata, durante l’ultima gara interna di campionato (contro la Sampdoria) venne esposto per pochi minuti uno striscione di un paio di metri, molto offensivo nei confronti di chi scrive. In pochi se ne accorsero ma il fatto resta. Lo striscione fu sequestrato dalla Digos, a cui i due ragazzi ammisero di avere agito su commissione di un calciatore rosanero a cui non andavano a genio le nostre valutazioni. I ragazzi si presero un Daspo e la cosa ci fu confermata qualche giorno dopo da un gruppo di ultras. Insomma, queste benedette pagelle sono anche fonte di amarezze. In qualche stagione al Giornale di Sicilia provammo a sostituirle con giudizi più sfumati, tuttavia il lettore vuole il voto su cui discutere. Tanti anni fa, però, ci fu chi volle rendere ai giornalisti palermitani, come si dice, pan per focaccia. Agli inizi degli anni Ottanta il presidente del Palermo Roberto Parisi (che poi fu ucciso dalla mafia) riunì tutti i giornalisti in un ristorante di Misilmeri rinomato per i piatti a base di funghi. E a fine cena disse: «Bene, voi siete tanto bravi a dare i voti, ma adesso vorrei provare io a valutare il vostro lavoro». E con arguzia passò in esame il lavoro di tutti i presenti, attribuendo a ciascuno un voto. Non ricordiamo chi fu bocciato ma noi ce la cavammo con una sufficienza piena e considerato che eravamo agli inizi della carriera ne fummo più che soddisfatti”.