Binda: “La B lancia Vanoli dalla scuola Conte, ma crescono bene anche Nesta e Pirlo. Il punto sui tecnici”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sugli allenatori di serie A attraverso un articolo a firma Nicola Binda.

Sembra un paradosso, ma è la pura verità. Gli allenatori più giovani e promettenti non scalpitano dal basso, ma sono già in Serie A. E sotto? Quella palestra tosta che è sempre stata la Serie B (anche) per i tecnici, cosa sta proponendo? Qualche novità c’è, ci mancherebbe, ma non riguarda quarantenni rampanti, innovativi e ambiziosi. I veri nomi di allenatori che ormai sono maturi per il salto di categoria – a prescindere da come andrà il campionato – non riguardano gente di primo pelo.

Quello più chiacchierato, già studiato da diversi club di Serie A nelle partite e, di nascosto, durante gli allenamenti è sicuramente Paolo Vanoli. In quasi un anno e mezzo alla guida del Venezia ha dato una vera impronta alla squadra, facendola crescere (dal rischio di cadere in C fino al secondo tentativo di giocarsi la A) con una convinzione e una costanza figlie della sua determinazione. Gli anni accanto ad Antonio Conte gli sono serviti, le esperienze all’estero hanno arricchito il suo bagaglio di ex giocatore di buon livello. Con tutto il rispetto però non è un «giovane», perché ha già 51 anni: non è un problema. Contano le idee e l’esperienza.

Lo possono dire anche Fabio Pecchia e Giovanni Stroppa, che la A l’hanno già annusata ma (per scelta o per necessità) sono sempre ripartiti dalla B. Con un anno (e magari una promozione) in più sulle spalle, la massima categoria potrebbe non essere più inavvicinabile per il loro calcio sempre molto propositivo. I loro meriti però non sono un inedito. Come Vanoli la vera novità si chiama Vincenzo Vivarini, anche lui over 50 e anche lui capace di far vedere un calcio molto spettacolare, figlio di idee moderne e ben precise che il suo Catanzaro sviluppa al meglio: basti ricordare la stagione da record in Serie C e questi playoff ormai blindati, mettendo in difficoltà chiunque.

Non sarebbe un azzardo dargli la possibilità di costruire qualcosa di simile anche al piano più alto. Già, ma i giovani? C’era molta attesa per Alberto Aquilani e Paolo Bianco, al debutto assoluto, e francamente il loro apprendistato richiede tempo, vista qualche incertezza e la poca continuità di Pisa e Modena. Semmai bisogna tornare ai soliti campioni del mondo 2006 per avere altre buone indicazioni tra gli under 50. Se la B nel torneo scorso ha fatto bene a Gilardino, oggi sta completando la crescita di Andrea Pirlo, che in questa complicata stagione della Samp ha fatto un gran lavoro: non solo tattico, ma di gestione di un gruppo disorientato dalle vicende societarie.

E poi c’è Alessandro Nesta. Zitto zitto il suo lavoro con la neopromossa Reggiana è di assoluto valore. Perché non era facile allenarla e non lo è ancora. Ma lui, dopo le prime esperienze poco convincenti (Perugia, Frosinone), con grande umiltà si è fatto da parte, ha studiato, ha conosciuto meglio l’altra faccia del calcio e s’è rimesso in gioco. Merita attenzione. E poi ci sono tutte le proposte della Serie C, capeggiate dall’illuminato Possanzini. Ma per loro c’è ancora tempo…