Ahmad Benali gioca a Crotone, ma la testa è a 700 chilometri più a sud. Manca dalla Libia da 5 anni e gli orrori della guerra civile, da lontano, gli devono sembrare ancora più atroci.Ma il calcio aiuta a spostare i cattivi pensieri e la lotta per restare in B, in confronto, è una piacevole ossessione. È nato a Manchester,da padre libico e madre inglese. Perché non ha il cuore di viso in due? «Perché le mie radicisono in Libia, – afferma l’ex calciatore rosanero ai microfoni de “LA Gazzetta dello Sport – a Manchester vivevo a un passo dallo stadio del Cityinun quartiere chiamato Fallowfield pieno di stranieri. Ho giocato in tutte le nazionali giovanili inglesi poi, un giorno, è arrivata la chiamata della nazionale maggiore libica e ho accettato. Non ci ho pensato un attimo». Si sente un privilegiato? «No. Se hanno un problema loro ce l’ho anche io. A Tripoli e Bengasi ho amici e parenti che soffrono. Mi aspetto sempre che arrivi una brutta notizia…». A Palermo una toccata e fuga. «Quando ho visto che Iachini non aveva fiducia in me, ho preferito cambiare. E andare a Pescara».