Avellino, indagati quattro ultras. Inchiesta sulle minacce e le aggressioni ai giocatori. Secondo gli inquirenti, Micovschi sarebbe stato costretto a spogliarsi

L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma su un inchiesta che vede indagati 4 ultras dell’Avellino.

Prime perquisizioni e primi indagati negli ambienti del tifo biancoverde. Allo scoccare del decimo giorno dalle presunte aggressioni, fisiche e verbali, di cui sarebbero rimasti vittime alcuni calciatori dell’Avellino nel post gara contro il Foggia, gli agenti diretti dal vicequestore aggiunto di via Palatucci, Vincenzo Sullo, sono entrati in azione perquisendo le abitazioni di quattro ultrà. Si tratta di tifosi iscritti nel registro degli indagati ai quali gli inquirenti sarebbero risaliti soprattutto grazie alla visione di alcuni video acquisiti dal sistema di videosorveglianza privata di un distributore di benzina. Frame in cui sarebbero evidenziati volti e targhe di auto che hanno spinto la Digos ad entrare in azione.

Tra coloro che hanno subito la perquisizione domiciliare c’è anche un “diffidato” già raggiunto in passato da provvedimenti di allontanamento dagli stadi. Gli agenti della Digos avrebbero sequestrato materiale ritenuto interessante ai fini dell’indagine tra cui alcuni telefonini da cui potrebbero spuntare degli indizi nell’analisi della messaggistica. L’episodio più grave contestato ad alcuni indagati riguarda l’azione coercitiva con cui, dopo aver bloccato l’auto su cui viaggiava Claudiu Micovschi in compagnia del giovanissimo Mariu Mocanu, all’ex Genoa sarebbe stato intimato di liberarsi della tuta sociale “perché non degno di indossarla”. Un reato grave che, logicamente, non può trovare attenuanti nella rabbia e nella delusione provocata dalla cocente eliminazione dell’Avellino dalla corsa alla serie B per mano del Foggia.

Un altro episodio analogo, ma che si sarebbe registrato all’interno di un supermercato, avrebbe invece visto protagonisti altri due calciatori costretti ad incassare le offese in pubblico di alcuni facinorosi. Sempre seguendo lo stesso filone di indagine, Riccardo Maniero, all’uscita con l’auto dalla porta carraia, sarebbe a sua volta stato fermato ed etichettato in malo modo. Episodi confermati solo in parte dai calciatori interessati nel corso degli interrogatori a cui sono stati sottoposti. i diretti interessati non hanno comunque inteso sporgere querela. Malgrado ciò la Digos, sulla scorta di acquisizioni dirette e segnalazioni pervenute dall’Associazione Italiana Calciatori, sta continuando a cercare indizi utili all’inchiesta per risalire agli autori. Nel frattempo è desta anche l’attenzione del sindacato dei calciatori come riferito dal delegato per la Lega Pro, Danilo Coppola: “Su quanto avvenuto finora – ha detto il sindacalista – abbiamo subito riposto la nostra massima attenzione senza trascurare nemmeno qualche dichiarazione, che reputo fuori luogo, proferita da parte di qualche dirigente. In un ambiente già abbastanza caldo e caloroso come Avellino bisogna fare particolarmente attenzione. Il calcio non è una scienza esatta. Non mi sembra che la squadra sia arrivata ultima e nemmeno i quel caso ci sarebbe stata giustificazione. Perdere un playoff in gara secca, comunque, ci può stare eccome. Francamente non comprendo il perché bisognerebbe punire i calciatori per qualcosa di specifico”.